Missionario comboniano, sacerdote e medico chirurgo, viene beatificato il 20 novembre a Kalongo, dove ha operato per oltre trent’anni. Parte della sua vita e della sua formazione, sia come medico, sia come religioso, si è svolta nel territorio della Diocesi ambrosiana: i suoi confratelli presenti qui parteciperanno alle celebrazioni in suo onore
di Emilia
Flocchini
La gente di Kalongo, nel nord dell’Uganda, ha aspettato oltre due anni prima di vedere la beatificazione di colui che chiamava “Doctor Ladit”, “grande medico”, ovvero padre Giuseppe Ambrosoli. Lo stesso vale per la Diocesi di Como, che gli ha dato i natali, e per i Missionari Comboniani, l’istituto religioso di cui fece parte.
La celebrazione è infatti stata rinviata due volte a causa della pandemia da coronavirus, fino ad arrivare a domenica 20 novembre. A presiederla a Kalongo è monsignor Luigi Bianco, nunzio apostolico in Uganda, mentre Il Settimanale della Diocesi di Como seguirà la diretta in streaming sul proprio canale YouTube a partire dalle 10.30.
Una vita passata anche per la Diocesi di Milano
Giuseppe Ambrosoli, figlio del fondatore dell’omonima industria del miele, nacque il 25 luglio 1923 a Ronago, appunto in provincia e Diocesi di Como. Ancora prima d’intraprendere gli studi in medicina presso l’Università degli Studi di Milano, aveva già incrociato la sua strada con la Diocesi ambrosiana: a 9 anni, infatti, aveva ricevuto la Cresima dal vescovo di Como monsignor Alessandro Macchi, che era stato segretario del cardinale Andrea Carlo Ferrari e, ancor prima, parroco di Sant’Andrea Apostolo a Milano.
Giovane impegnato in Azione cattolica, fu arrestato dopo che aveva cercato di espatriare in Svizzera: i tedeschi, infatti, sapevano che lui, nottetempo, aiutava a scappare molti ebrei e perseguitati politici. Rientrò in Italia appena seppe che la sua famiglia era stata minacciata di ritorsioni: fu arrestato al confine, mentre cercava di espatriare in Svizzera, tra Ponte Tresa e Luino, per evitare la leva militare obbligatoria; alla fine venne arruolato nei servizi di sanità.
Dopo un mese all’ospedale militare di Baggio, partì dunque per l’addestramento vero e proprio. Nel periodo trascorso in Germania, a Heuberg-Stetten, consolidò la propria vocazione e la riferì ai commilitoni: diventare sacerdote missionario, una volta laureatosi e specializzatosi in malattie tropicali. Alla fine della guerra, riuscì a tornare a Como con mezzi di fortuna; tra le sue ultime tappe, Busto Arsizio e Varese.
Poté riprendere gli studi universitari, sempre all’Università degli Studi di Milano, solo a metà del novembre 1946. Si laureò il 18 luglio 1949; all’incirca nello stesso periodo, bussò per la prima volta alla porta dei Comboniani di Rebbio. Nel 1953 intraprese gli studi teologici nella comunità comboniana di Venegono Superiore e, di pari passo, iniziò la pratica chirurgica nel vicino ospedale di Tradate.
Le sue tappe verso il sacerdozio ebbero luogo quasi tutte nel Duomo di Milano o comunque in città, celebrate dagli arcivescovi o dai loro ausiliari. Fu Giovanni Battista Montini, infine, a ordinarlo sacerdote in Duomo il 17 dicembre 1955, sul finire del quarto anno teologico: era infatti già stato richiesto per la missione di Kalongo.
Negli anni successivi operò come medico chirurgo e direttore di una scuola di Ostetricia, curando in particolare donne in attesa e lebbrosi. Visse intensamente la relazione con Dio nella celebrazione dell’Eucaristia e nella preghiera personale.
Ripassò per i territori milanesi quasi trent’anni dopo: nel 1982, infatti, fu ricoverato all’ospedale di Tradate, il cui primario, il dottor Luciano Terruzzi, l’aveva conosciuto quand’era tirocinante a Como. Gli diagnosticò una pielonefrite acuta, trascurata durante le sue frenetiche giornate in ospedale. Padre Ambrosoli morì il 27 marzo 1987 a Lira, in Uganda, dopo essere stato costretto dalle autorità militari a evacuare la struttura di Kalongo.
La sua eredità e il ricordo dai Comboniani in Diocesi
La sua eredità, frutto di una vita santa, continua anche grazie alla Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital (https://www.fondazioneambrosoli.it/), che ha sede a Milano e sostiene le due realtà consolidate dal nuovo beato, l’ospedale e la scuola di Ostetricia a Kalongo.
Le comunità comboniane di Venegono Superiore e di Milano festeggiano la beatificazione, la prima di un loro confratello dopo il fondatore san Daniele Comboni, partecipando con alcuni dei loro membri sia alla celebrazione in Uganda, sia a quelle in Italia.
Padre Roberto Pegorari, superiore della comunità di Milano, sarà presente a Kalongo, mentre a Como, nella Messa in Cattedrale alle 17 di domenica 20 novembre (diretta su EspansioneTV, canale 14 del digitale terrestre), concelebrerà il superiore di Venegono, padre Stefano Giudici. Quest’ultimo sarà presente anche alla Messa di ringraziamento nella parrocchia di Ronago, il 3 dicembre, a cui prenderanno parte anche alcuni della comunità di Milano e due confratelli di Venegono: padre James Owino, ugandese, e padre Mario Malacrida, il quale ha operato anche lui a Kalongo, ma in anni diversi rispetto al Beato.
Inoltre, alla vigilia della beatificazione, sabato 19 alle 19.30, per il ciclo dei “Sabati della missione”, a Venegono Superiore (via della Missione 12), si terrà l’incontro Africa: continente in salute?, con la partecipazione di due comboniani medici: padre Paolo Rizzetto, già in Sud Sudan, e fratel Daniele Giusti, che invece è stato in Uganda, nella regione del Karamoja.