Oltre a sostenere le popolazioni che vivono in quei luoghi, questo è il significato di una offerta che lo scorso anno si è riavvicinata agli importi registrati prima della pandemia

di Massimo Pavanello
Responsabile Servizio pastorale Turismo e Pellegrinaggi 

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Un particolare del manifesto per la Colletta

Lo scorso anno papa Francesco ha fatto due viaggi in Medio Oriente: a marzo in Iraq, a dicembre a Cipro e in Grecia. «Speranza contro ogni speranza, mentre il mondo era immerso nel dolore della pandemia»: così li ha spiegati il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, citandoli nel suo messaggio per l’annuale Colletta per la Terra Santa (vedi qui il manifesto). Il territorio che beneficia di questa offerta, sotto diverse forme, comprende Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

«Quello che è accaduto in tutto il mondo – ricorda il Custode, fra Francesco Patton, a nome dei 270 frati della Custodia – è accaduto anche in qui».I cristiani hanno continuato a celebrare senza la presenza solidale dei pellegrini. E le famiglie hanno sofferto più per la mancanza di lavoro che per gli effetti immediati della stessa pandemia. A Gerusalemme si è cercato di tamponare la situazione – nella realizzazione delle opere, pur a fronte di complicazioni derivanti da permessi da richiedere e dei vari lockdown – privilegiando l’impiego di manodopera proveniente dalla West Bank per dare lavoro a cristiani di un territorio che non beneficia né di welfare, né di ammortizzatori sociali.

I dati

La tradizionale raccolta, situata nella giornata del Venerdì santo, costituisce uno strumento della Chiesa per stare accanto alle comunità del Medio Oriente. La Custodia riceve il 65% di questo obolo, mentre il 35% è destinato ad altre istituzioni che operano in Terra Santa. Il Patriarcato latino di Gerusalemme, invece, è sostenuto dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro e da altri organismi.

Nel 2020 la Colletta si è dimezzata ovunque. Nel 2021, tuttavia, si è quasi riavvicinata agli standard precedenti. Non li ha ancora raggiunti. Ma il trend fa ben sperare. Le offerte pervenute lo scorso anno, a livello mondiale, ammontano a 6.062.789,90 di dollari. La Diocesi di Milano ha raccolto, nello stesso periodo, 120.269,42 euro. Sono state 358 le parrocchie che hanno versato un bonifico all’ufficio competente della Curia. La somma è stata poi girata al Commissariato di Terra Santa. Ma gli ambrosiani – sia come comunità, sia come singoli – donano anche attraverso canali diretti. Quindi, di non facile rendicontazione generale. Consapevoli che il gesto dell’offerta, «anche piccola, ma da parte di tutti – per usare le parole del cardinale Sandri nel messaggio già citato – oltre a consentire ai nostri fratelli e sorelle di continuare a vivere e sperare, offre una testimonianza vivente al Verbo fatto carne nei Luoghi e per le strade che videro la sua presenza».

I fedeli della Chiesa di Milano, tuttavia, mostrano il loro attaccamento ai Luoghi della Bibbia, in svariati modi. Per esempio riscuote successo il breve percorso, offerto online, proprio in preparazione al significativo appuntamento con la Colletta di Terra Santa: tre video – realizzati dal Servizio per il turismo e i pellegrinaggi, con ospiti residenti a Gerusalemme – hanno stimolato almeno a ri-cordare, cioè a riportare nel cuore, quei luoghi. In attesa di poterli visitare di nuovo.

Daniela Massara, archeologa, ha descritto l’anima di una geografia comune che affratella le religioni monoteiste. Benedetto di Bitonto – sacerdote del Vicariato San Giacomo, dedicato ai cattolici di lingua ebraica – ha raccontato l’esperienza della propria comunità, minoritaria e singolare. Proprio il Venerdì santo Romeo Ntsama – prete camerunense, con studi a Roma e ora a Gerusalemme – presenterà la propria esperienza di inculturazione della Bibbia in scenari diversi.

Ogni filmato si conclude con la recensione di un libro sul tema, proposta da Silvano Mezzenzana, appassionato di itinerari e pellegrinaggi nelle Terre della Parola.

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