Il sussidio per il cammino annuale dei Gruppi di ascolto della Parola articolato sul Vangelo di Giovanni. Pubblichiamo l’introduzione al volume

di Paolo ALLIATA
Responsabile Apostolato biblico

amore unisce

Sarà disponibile nei prossimi giorni su www.itl-libri.com e in tutte le librerie cattoliche il nuovo itinerario per i Gruppi di Ascolto della Parola dal titolo L’amore che ci unisce. La comunità in ascolto di Giovanni 13-17 (In dialogo, pagine 112, euro 8,50).
Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo secondo Giovanni, proposti alla meditazione dei Gruppi di Ascolto, Gesù è impegnato a raccontare, attraverso gesti e parole, la natura intima dell’amore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Egli dichiara, in una sorta di testamento definitivo, qual è la natura profonda della condizione umana: noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell’avventura dell’amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è avere tra le mani una ricchezza clamorosa. Perché la creazione è il continuo atto d’amore con cui il Creatore fa spazio alle sue creature e il suo impegno affinché, nel tempo, esse diventino se stesse.
Pubblichiamo uno stralcio dell’introduzione al volume.

Nell’aprile del 1784 Benjamin Franklin riceve da un tale Benjamin Webb, a lui altrimenti sconosciuto, una lettera in cui l’uomo si lamenta delle sue molte traversie e difficoltà lavorative. Chiede aiuto. Franklin lo prende sul serio, e risponde così: «Passy, 22 aprile 1784 (…) La descrizione della sua situazione mi addolora molto. Le mando acclusa una somma di dieci Luigi d’oro. Non intendo regalarle tale somma, ma semplicemente prestargliela. Quando tornerà nel suo Paese con una buona reputazione, troverà senz’altro una attività che col tempo le consentirà di ripagare tutti i suoi debiti. Allora, quando incontrerà un altro uomo onesto in simili difficoltà, mi ripagherà prestando a lui tale somma e ingiungendogli di ripagare il debito in modo simile, quando potrà e quando ne avrà l’occasione. Spero così che il denaro passi per molte mani, prima di incontrare un furfante che arresterà il suo progresso. Si tratta di un trucco che ho escogitato per fare del bene con poco denaro. Non sono abbastanza ricco da poter offrire molto in opere buone, quindi sono costretto a giocare d’astuzia e far fruttare al massimo il poco che ho».

È una grande intuizione. Franklin apre così un cerchio virtuoso potenzialmente infinito: il debitore divenga creditore di un altro affamato di vita, e costui presti a sua volta i dieci Luigi d’oro a uno che bussi alla sua porta.

Tutto questo è una buona immagine per descrivere il mandato di Gesù ai suoi: io sto per partire, dice, vi lascio i dieci Luigi d’oro del mio amore, che avete conosciuto negli anni che abbiamo condiviso, e che ha preso la forma di parabole, gesti di guarigione, insegnamenti. La memoria viva di quel che ho detto e fatto tra voi, fatela circolare, senza nulla pretendere in cambio. Siate i seminatori di questa ricchezza, datele fondo con generosità. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo secondo Giovanni, che quest’anno, in sintonia con la proposta pastorale dell’Arcivescovo, ci apprestiamo ad attraversare nella lettura dei Gruppi di ascolto, Gesù è impegnato a raccontare, in alcuni gesti e molte parole, la natura intima dell’Amore che è Padre, Figlio e Spirito. E a dichiarare, a mo’ di testamento definitivo, quale sia la natura profonda della condizione umana. Noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell’avventura dell’amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è aver tra le mani una ricchezza clamorosa.

Perché la creazione stessa è, in fondo, il continuo atto d’amore con cui il Creatore fa spazio alle creature, e il suo impegno perché, nel tempo, esse divengano se stesse. La loro esistenza è come i dieci Luigi d’oro di Franklin: un prestito da far fruttare e circolare a vantaggio di altri. Ognuno è depositario di un capitale di vita di cui è responsabile, e che ha il compito di mettere a servizio della crescita e dello sviluppo altrui. Senza nulla pretendere in cambio. Solo così la creazione diventa continua, come è chiamata a essere, e i figli di Adamo partecipano della grande opera creatrice di Dio stesso.

I testi di cui stiamo per varcare la soglia sono il frutto di decenni di meditazione amorosa e appassionata delle comunità giovannee del I secolo. I discepoli e le discepole di Gesù, che si raccoglievano ai piedi di Giovanni ormai anziano per ascoltarne i ricordi e l’insegnamento, mettevano mano e cuore alle sue parole, per approfondirle ed esplorarne il senso e la ricchezza. Dal loro impegno, sul finire del I secolo, matura il quarto Vangelo.

Negli incontri dei Gruppi di ascolto sarà allora più che mai necessario cercare anzitutto la soglia di una intimità condivisa. Consigliamo di iniziare ogni incontro lasciando spazio all’ascolto della pagina di Giovanni e ad alcuni minuti di semplice risonanza sul testo. Ognuno potrà ripetere una o più frasi (una per volta) da cui si è sentito toccare, ascoltando le risonanze del cuore degli altri, lasciando – è importante – che alcuni secondi di silenzio intercorrano tra l’una e l’altra. Solo echi del testo del Vangelo, senza nulla aggiungere. Questo potrà creare il clima di intimità in cui i pochi essenziali spunti di lettura offerti dall’animatore per inquadrare il brano potranno essere d’aiuto per entrare nel tempo della condivisione di altre parole e pensieri.

La preghiera conclusiva sarà sempre quella del Padre nostro. È quella che Gesù ha voluto comporre per i suoi discepoli, ed esprime in poche battute il senso profondo della sua conoscenza del Padre, che con molte più parole cerca di condividere nei capitoli che stiamo per leggere. (…)

A tutti l’augurio di un buon cammino, tanto più desiderato dopo questi lunghi mesi segnati dal travaglio della pandemia.

 

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