«Concretezza, nessuno spreco, attenzione ai particolari»: questi i tratti dell’organizzazione del Congresso eucaristico nazionale di Milano secondo Eugenio Pozzoli, che ne fu parte attiva
di Annamaria
BRACCINI
Il XX Congresso eucaristico nazionale dietro le quinte. Potrebbero intitolarsi così i ricordi che Eugenio Pozzoli, una vita spesa a servizio della logistica della Diocesi, mette in fila uno dietro l’altro anche a decenni di distanza dai tempi dell’organizzazione dell’evento. Che non fu solo un grande successo soprattutto per la risonanza che ebbe, ma anche dal punto di vista dei “numeri” (si iniziò a lavorare alla preparazione fin dal 1979).
«Ricordo la complessità, ma anche la scioltezza e, vorrei dire, la precisione con cui si mosse la macchina organizzativa – conferma Pozzoli -. Penso con particolare affetto a quella che, allora, qualcuno chiamò la “banda Basadonna”, dal nome del Vicario sul quale potevamo sempre contare e che fu veramente una delle “colonne” del Congresso. Proprio in questi giorni è scomparso l’architetto Ernesto Brivio, con il quale collaborammo per tutti i momenti svoltisi in piazza Duomo» (leggi qui).
Le innovazioni
«Eravamo all’avanguardia nella logistica: per esempio nella settimana finale, dal 14 al 22 maggio, entrò in azione l’apposito centro operativo e fu attivato anche un centralino telefonico con 50 linee della Sip. Senza dimenticare l’Ufficio stampa, allocato nella basilica di Santo Stefano (al tempo non adibita al culto), e la sala stampa con 10 televisori che permisero di seguire momento per momento le manifestazioni del Cen e, soprattutto, gli spostamenti del Santo Padre. I volontari impegnati furono molte centinaia, soprattutto giovani. Purtroppo io non potei partecipare, proprio per gli impegni nell’organizzazione, ma rimane la memoria di un lavoro preparato bene e portato altrettanto bene al termine con una visione delle cose molto ambrosiana, fatta di concretezza, di nessun spreco e di attenzione ai più piccoli particolari. E le attestazioni di stima anche da altre diocesi non mancarono».
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