Dedicata al rapporto tra liturgia e vita spirituale la tradizionale proposta residenziale estiva, in programma al Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura di Marola (RE). Iscrizioni aperte fino al 17 giugno
di Andrea GRILLO
Il Centro Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano organizza, come ogni anno, un corso residenziale estivo dall’11 al 14 luglio 2016 presso il Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura di Marola (RE).
Il tema scelto per il corso 2016 si riferisce al rapporto tra liturgia e vita spirituale. Un tema quanto mai sentito e vitale per dare forma alla Chiesa e al discepolo di Gesù.
È noto come nella storia del cristianesimo, esperienza spirituale cristiana e celebrazione liturgica abbiamo conosciuto «una sorta di lento ma inesorabile divorzio» (Moioli). Non sono certo mancati anche tentativi più o meno felici di ricomposizione a procedere dalla convinzione dell’obiettiva reciproca implicazione tra celebrazione liturgica e vita spirituale (si pensi, tra tutti, all’esperienza monastica). Se infatti la liturgia è la celebrazione della memoria di Gesù Cristo morto e risorto, essa fonda, plasma, è il contenuto stesso della esistenza e dell’esperienza spirituale cristiana (il culto spirituale). E viceversa, la vita cristiana (il discepolo di Gesù) è come la verità ultima della celebrazione liturgica.
Ora, a distanza di mezzo secolo dal Concilio Vaticano II, che ha definito la liturgia prima e indispensabile sorgente della spiritualità cristiana (SC 14), come valutare il rapporto tra liturgia e vita spirituale? Uno sguardo congiunto alle diverse proposte di spiritualità e al panorama delle nostre liturgie permette di cogliere alcune questioni di sicuro interesse pastorale.
La prima riguarda l’effettiva integrazione dell’esperienza liturgica nei cammini della spiritualità cristiana, tanto sul versante della riflessione quanto sul versante della pratica. Siamo eredi di una modernità che ha guardato con un certo sospetto la dimensione rituale dell’esperienza della fede, come se fosse insufficiente per un cammino di appropriazione personale che cerca le sue sorgenti e le sue vette altrove: nelle Scritture, per esempio, oppure nell’esperienza mistica, o nell’impegno di fare della vita quotidiana un culto spirituale.
Se la storia della spiritualità cristiana ci consegna una serie di incontri mancati, il movimento liturgico rappresenta il primo tentativo sistematico di ripensare il rapporto connaturale che si dà tra esperienza della fede e esperienza liturgica. Nel solco di tale movimento, il corso residenziale si propone di istruire il confronto con gli esiti di una Riforma liturgica tuttora in cammino, aperta verso una nuova stagione di affinamento e approfondimento. La domanda essenziale che guiderà la riflessione è a quali condizioni la partecipazione liturgica possa costituire un’autentica e profonda esperienza del culto spirituale, in spirito e verità.
Il corso si svolgerà lungo questa traiettoria; dapprima il professor Giuliano Zanchi tratterà del tema “Liturgia ed esperienza della fede”; la professoressa Elena Massimi di “Liturgia e spiritualità: una storia di incontri mancati?”; il professor Paolo Tomatis de “Lo spirito della liturgia: da Romano Guardini a Joseph Ratzinger”; il professor Matteo Crimella di “Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente (Rm 12). Il culto spirituale nella rilettura paolina”; il professor Goffredo Boselli de “Il senso spirituale della liturgia”; chi scrive concluderà il corso con “Partecipare alla liturgia: un’esperienza spirituale”.