Redazione

Il Centro Ambrosiano di aiuto alla vita, nel corso degli anni, ha avviato quattro servizi di accoglienza in strutture diverse e con differenti livelli di autonomia.

Casa Miriam –Il progetto è dedicato all’accoglienza di madri con figli piccoli e donne incinte, tra i 18 e i 35 anni, in situazioni problematiche. L’iniziativa è rivolta alle donne che vivono un disagio socio-relazionale o che sono prive di un aiuto valido da parte delle famiglie. Scopo del progetto è accompagnare le madri in un percorso graduale di indipendenza tramite la gestione diretta della casa. Casa Miriam è ospitata in un appartamento in zona viale Monza, a Milano. La struttura è suddivisa in modo da creare spazi che permettano una vita indipendente a ogni nucleo familiare e una zona che possa invece favorire le relazioni tra i diversi nuclei. Nella casa il personale specializzato e una rete di volontari di entrambi i sessi aiutano le donne nel cammino verso l’indipendenza, fornendo loro una relazione che si basa sull’accoglienza, la comprensione e il confronto. Il loro compito è sostenere e incoraggiare le donne per farle diventare soggetti attivi nella progettazione della propria vita.

Casa Letizia – Casa Letizia è nata nel ‘98 grazie all’iniziativa di un gruppo di volontari. Ospita le madri, e il maggior numero possibile dei loro figli, che per varie ragioni si sono trovate senza un alloggio e prive del necessario per vivere. Nel corso degli anni i volontari sono stati affiancati da educatori. Il disagio delle donne accolte a Casa Letizia è legato a difficoltà di tipo relazionale, dentro e fuori il proprio nucleo famigliare, e alla confusione nei confronti del futuro.

Progetto Corte –Il progetto Corte, attivo da marzo ‘94 e indirizzato a nuclei famigliari monogenitoriali in difficoltà, si avvale di una struttura residenziale di semi-autonomia. Quattro alloggi sono stati adibiti all’accoglienza, mentre un appartamento è stato destinato alla vita comunitaria. Il progetto Corte, infatti, prevede spazi privati in cui il nucleo famigliare possa sperimentare la propria autonomia, e uno spazio per la comunità, dove ci si può confrontare con altre persone che si trovano ad affrontare analoghi problemi.

Progetto Concretezza – Il progetto Concretezza è stato avviato nel ‘90, grazie alla disponibilità di vari appartamenti, dislocati per la città. Ogni nucleo famigliare madre-figlio è affiancato da un educatore che visita periodicamente le donne. Un coordinatore, che ha la funzione di supporto esterno nella relazione che si instaura tra la madre e l’educatore e funge da elemento di contatto tra la donna e i servizi sociali, gestisce gli aspetti amministrativi e istituzionali. Lo scopo del progetto è permettere ai nuclei famigliari di sperimentare una gestione autonoma della casa, aiutando e affiancando le donne nel percorso di autonomia.

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