La Colletta del Venerdì Santo è un’occasione straordinaria di aiuto, sommata però all’azione costante di istituzioni, comunità e fedeli a favore di chi vive in quei luoghi. Che non si ferma per l’odio di alcuni estremisti
di Massimo
Pavanello
Responsabile del Servizio diocesano Turismo e Pellegrinaggi
Attenzioni occasionali, soprattutto a motivo di fatti di violenza, sono dedicate a quella zona del mondo. Anche recentemente è accaduto così.
Il Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, riferendosi a episodi contro istituzioni cattoliche, ha commentato senza giri di parole: «Le notizie che arrivano da Nazareth e da Gerusalemme, e più in generale dalla Terra Santa, sono preoccupanti. Non vogliamo permettere a pochi pazzi criminali di dettare la nostra agenda. Siamo preoccupati, ma non abbiamo paura. Abbiamo qualcosa di più grande dell’odio di queste persone».
Questi fatti si inseriscono all’interno di un clima generale negativo che sembra preannunciare una escalation della violenza. Tuttavia Pizzaballa non si ferma né alla sola denuncia, né alla notizia spot. E ricorda l’impegno ordinario della Chiesa cattolica, «molto presente e forte nel campo dell’educazione e della formazione, della cura dei più vulnerabili come anziani e disabili. Ci sono tantissimi musulmani che beneficiano di questi servizi. Noi come comunità cristiana dobbiamo lavorare e cooperare per costruire comunità solidali senza lasciarci spaventare da pochi estremisti».
La Chiesa Madre
Le parole del Patriarca – che evocano una quotidiana vicinanza al popolo, al di là delle sporadiche citazioni di cui sopra – trovano evidenza anche ogni venerdì del Triduo pasquale, Giornata per la Colletta di Terra santa (vedi qui la locandina). Un appuntamento che impegna regolarmente i cattolici di ogni parte del mondo a sostenere, con preghiere e offerte, la Chiesa Madre.
Nel messaggio per la scadenza di quest’anno – firmato dal neo Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, monsignor Claudio Gugerotti, e dal Sotto-Segretario, don Flavio Pace (prete ambrosiano) – si leggono concetti simili a quelli di Pizzaballa. Mentre si ricorda come sia ampia la geografia che copre i fondi distribuiti con questo cespite. Dove si somma volontà degli uomini a catastrofi naturali: «Molte case dei Religiosi e Religiose Francescane e di altri Ordini e Congregazioni, in Siria come in Turchia, in queste settimane sono diventate tende e riparo per gli sfollati, ma più in generale in tutta la Terra Santa rimangono sorgenti di speranza attraverso la cura dei più piccoli, la formazione scolastica, l’accompagnamento delle madri in difficoltà, il chinarsi sugli anziani e gli ammalati, oltre che offrire attraverso progetti abitativi per le nuove famiglie e creare posti di lavoro, perché valga la pena continuare a rimanere nei Luoghi della Salvezza».
Curarsi del popolo
È questo il punto: Luoghi della Salvezza. Non si tratta di difendere fortini di archeologia, seppur la manutenzione dei monumenti è assicurata, ma – come si esprime il Custode, fra Francesco Patton – di prendersi «cura dei fedeli locali che attorno ai santuari vivono la loro vita cristiana; dei pellegrini che qui giungono da tutti i paesi del mondo per poter alimentare la propria fede».
A questo servono le opere sovvenzionate dalla Colletta del Venerdì santo che, per l’anno passato, ha raggiunto la cifra di 9.043.319 dollari US (qui il dettaglio delle uscite). Di questi, 111.831,42 euro sono arrivati attraverso la Diocesi di Milano che li ha raccolti tramite 350 parrocchie.
Gli ambrosiani – sia come comunità, sia come singoli – donano tuttavia anche attraverso canali multipli. Quindi, di non facile rendicontazione generale. Come avvenuto per il recente terremoto in Siria, territorio che ricade nella definizione di Terra santa insieme a Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.