Al settimo appuntamento promosso dall’associazione fondata dal Professore interviene monsignor Sequeri con una “lectio” su “Giustizia e misericordia”

di Luciano CAIMI
Presidente di “Città dell’uomo”

Pierangelo Sequeri

Lunedì 14 novembre, dalle 18 alle 20, a Milano, presso la Sala San Satiro della parrocchia di Sant’Ambrogio (omonima piazza, n. 15), si terrà la VII Cattedra “Giuseppe Lazzati”, a cura dell’associazione “Città dell’uomo”. Con una lectio su «Giustizia e misericordia. Il giubileo nella “città dell’uomo”» interverrà monsignor Pierangelo Sequeri, già preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, di recente nominato da papa Francesco preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia.

L’incontro conclude il percorso di riflessione dal titolo «Giubileo: quali richiami per la vita civile?», sviluppatosi nei mesi scorsi in tre tappe durante le quali si è avuto modo di riflettere, accompagnati da studiosi di spicco (Stefano Levi Della Torre, Gianfranco Bottoni, Gabrio Forti, Claudia Mazzucato, Luigi Franco Pizzolato, Salvatore Natoli), su categorie fondamentali della vita socio-politica, quali giustizia e  misericordia, che un evento giubilare come quello in corso pone prepotentemente in evidenza.

La lectio di monsignor Sequeri consentirà una sorta di “ricapitolazione”, in chiave principalmente teologica, del binomio giustizia-misericordia, con i suoi cogenti riflessi sui piani livelli personale e collettivo. È sotto gli occhi di tutti l’urgente necessità di ridare slancio alle due grandi virtù evocate. La giustizia, parola fra le più antiche e solenni della storia umana, intorno al cui significato si è, sin dall’antichità classica, affaticata la speculazione morale e socio-politica, resta capitolo aperto e problematico in un contesto di società globalizzata, iper-tecnologica e “liquida” come la nostra. Discorso, per certi versi, ancora più complesso investe la misericordia. Una virtù dimenticata? Verrebbe da rispondere affermativamente, non appena alziamo lo sguardo sui troppi scenari mondiali (in primis, il “mattatoio” medio-orientale) dominati da violenta brutalità e odio.

Forse è tempo, come sembra suggerire lo stesso Giubileo, di considerare non isolatamente, ma in un “circolo virtuoso” le due virtù. Potremmo allora parlare di giustizia misericordiosa e di misericordia giusta. La prima formula arricchisce con una nota di calore umano l’immagine asettica della giustizia, tradizionalmente rappresentata nell’iconografia penale con una bilancia in perfetto equilibrio; la seconda suggerisce un’idea di misericordia non ristretta in circuiti “intimisti”, ma piuttosto sollecita a misurarsi anche con le istanze dell’equità nei suoi profili giuridico-sociali.

C’è, dunque, molto da riflettere sulle implicanze etico-personali, socio-politiche e giuridiche delle categorie evocate. Merito dell’evento giubilare è anche quello di avere offerto sollecitazioni per doverosi approfondimenti. La Cattedra “Giuseppe Lazzati” si propone, a tale proposito, come occasione propizia di ricerca e confronto.

 

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