Don Matteo Dal Santo, collaboratore del Servizio per la catechesi, presenta l’incontro in programma in Duomo: «Il mandato è un segno di stima e di incoraggiamento»
di Luisa
BOVE
Per la prima volta quest’anno i catechisti e i collaboratori per l’iniziazione cristiana riceveranno il mandato dall’Arcivescovo. L’appuntamento è per sabato 19 settembre in Duomo dalle 15 alle 17 e si inserisce nell’ambito della Quattro giorni Comunità educante che si sta svolgendo in queste settimane non più in presenza, ma online, per l’avvio del nuovo anno pastorale 2020-21. «Quello con l’Arcivescovo sarà un incontro di preghiera, ascolto e dialogo», spiega don Matteo Dal Santo, collaboratore del Servizio per la catechesi.
Qual è il senso del mandato?
Il catechista svolge un servizio ecclesiale, nessuno è catechista da solo. Il mandato è un segno rituale che indica due aspetti: da una parte, che il Signore ci chiama e ci invia in missione; dall’altra, che il soggetto della catechesi è sempre un “noi” della comunità cristiana. Il motivo per cui esiste un mandato è proprio questo: è la comunità che affida la responsabilità al catechista che è chiamato a collaborare all’annuncio con il vescovo, i sacerdoti, i consacrati, gli altri catechisti e la comunità cristiana tutta.
È la prima volta che si svolge in Duomo con l’Arcivescovo?
Sì, l’incontro di solito si svolge nelle comunità, ma quest’anno invece c’è questa particolarità. L’Arcivescovo infatti voleva esprimere la sua stima e la sua fiducia nei confronti delle catechiste e dei catechisti. Questo lo ha ribadito anche attraverso la lettera Il miracolo delle catechiste, rivolta a chi opera per la catechesi dell’iniziazione cristiana. L’Arcivescovo esprime lo stupore per questa presenza fedele di annuncio, relazione, preghiera che continua di settimana in settimana. Quest’anno in modo straordinario l’Arcivescovo desidera incontrare le catechiste per esprimere stima e stupore all’interno di un momento di dialogo e ascolto.
Se poi pensiamo alle fatiche di ragazzi e catechisti in questo tempo di pandemia…
Esatto. Questo incontro sottolinea anche l’importanza della presenza dei catechisti che a volte non si apprezza fino in fondo: è una presenza fedele, fatta di rapporti che si creano con le famiglie e con i ragazzi, che insieme creano un tessuto di comunità, svolgendo un lavoro molto silenzioso, ma altrettanto prezioso e interessante. L’Arcivescovo esprime bene tutto questo nella sua lettera. Poi lo stesso mandato contiene anche l’incoraggiamento che l’Arcivescovo vuole offrire in questo tempo così complicato e che, a maggior ragione, chiede uno slancio in più».