In vista della Giornata diocesana, il Rettore sottolinea l’attenzione di tante realtà per questa istituzione («ma sollecitiamo nuove forme di “amicizia”») e riflette sulle sollecitazioni contenute nella Proposta pastorale. In allegato il messaggio dell'Arcivescovo

di Ylenia SPINELLI

Il Seminario di Venegono
Il Seminario di Venegono, oggetto di approfondimento durante uno dei corsi

Tra gli appuntamenti consolidati, all’inizio del nuovo anno pastorale, c’è la Giornata per il Seminario, domenica 19 settembre. Ne parliamo con il Rettore, don Enrico Castagna.

Quali sollecitazioni per la comunità di Venegono dalla Proposta pastorale dell’Arcivescovo?
Ne indico due fra le tante. La prima è racchiusa nella parola «amicizia». Monsignor Delpini ci invita a entrare nel cenacolo per essere partecipi delle confidenze di Gesù. Il Seminario si propone, fra le altre cose, di creare le condizioni perché ci si eserciti ad abitare la propria interiorità rimanendo nell’amicizia con il Signore e in questo modo si sperimentino e si assimilino i suoi sentimenti e il suo stile nei confronti dei fratelli, della gente, dei piccoli. Il frutto di questa amicizia, se autentica, dovrà essere una più matura capacità relazionale, segnata dall’attitudine al dono di sé.

E la seconda sollecitazione?
È racchiusa nella parola «conversione». «La grazia di essere tra gli amici di Gesù è chiamata alla conversione», scrive l’Arcivescovo. Il Seminario vorrebbe incrementare, con la sua proposta, la coscienza che si deve sempre rimanere in un cammino di conversione, di attento discernimento interiore e di purificazione. Il contrario di tutto ciò sarebbe la vittoria dell’autoreferenzialità, del non ascolto dell’altro, dell’inautenticità, della vanagloria, attitudini che, quando si sviluppano, inficiano la bontà di un percorso formativo.

Il motto della Giornata per il Seminario è «Ne proposero due, per essere testimoni della Resurrezione». L’Arcivescovo, nel suo messaggio, scrive che «non si tratta di reclutare personale», ma di «avere il coraggio di uscire dall’anonimato»: come una comunità parrocchiale può aiutare i giovani in questo?
Mi pare prezioso il richiamo dell’Arcivescovo alla responsabilità. Le comunità cristiane hanno la responsabilità «di proporre la via verso il ministero ordinato a coloro che ritengono adatti». Si può far udire questa chiamata anzitutto se si è contenti di essere discepoli del Signore. Si può far udire questa chiamata se ci si espone per proporre un particolare percorso vocazionale, quando si intravedesse una predisposizione.

Monsignor Delpini inoltre ringrazia «tutti coloro che sostengono il Seminario con la stima, l’attenzione alla sua vita attraverso La Fiaccola, la generosità delle offerte, la sensibilizzazione delle comunità»…
Mi unisco anch’io a questo ringraziamento. È commovente constatare l’affetto di tante persone per il Seminario, che si manifesta in diverse modalità, spesso nascoste. È bello rilevare che in alcune parrocchie non manca la preghiera per le vocazioni. Nel mutare dei tempi e delle generazioni, è auspicabile che si inventino modalità sempre nuove per sollecitare e incrementare forme di “amicizia” tra il Seminario e le parrocchie. Lo spostamento dell’ufficio del Segretariato per il Seminario dalla Curia a Venegono deve ancor più sollecitare la creatività in questa direzione.

Si potranno riaprire le porte del Seminario per incontri, momenti di preghiera e festa?
Si farà il possibile, compatibilmente con la situazione Covid. A Dio piacendo, si comincerà con il tradizionale “Accompagna un amico in Seminario”, sabato 18 settembre. In tale occasione verranno accolte in particolare le famiglie e gli amici degli 11 giovani che cominciano il percorso seminaristico.

 

 

 

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