Lanciato un piano contro le eccedenze alimentari. Luciano Gualzetti: «Sarà un modello anche per il dopo-Esposizione». In fase di completamento il Refettorio Ambrosiano
Undicesimo comandamento: non sprecare. Caritas accende i riflettori sul cibo buttato e, dopo gli appelli del Papa, lancia nell’Esposizione universale che ha per tema l’alimentazione, un piano per il recupero del cibo che non viene consumato, un sistema destinato a funzionare anche quando l’Expo chiuderà.
Il primo giorno di prova è stato il 5 maggio. Di notte un camioncino ha portato ai cancelli del sito un bancale con 300 chili di carne e pesce rimasti sugli scaffali del nuovo “Supermercato del Futuro” che Coop ha aperto dentro Expo. Oltre la grata c’erano già i volontari Caritas che hanno preso in consegna il carico e lo hanno portato fino a Lecco, dove un pastificio, gestito da una cooperativa, il Grigio, ha cotto e pastorizzato i generi alimentari. La mattina dopo, le confezioni erano pronte per essere distribuite alle persone in difficoltà che chiedono aiuto ai centri di ascolto e alle mese della città.
Stessa cosa il 6 maggio. Questa volta a rimanere invenduti erano stati tramezzini e panini: in tutto 800 chili di cibo che sarebbero diventati rifiuto e che sono stati invece recuperati e distribuiti il giorno dopo nelle parrocchie dentro i pacchi viveri.
«Ci sono ancora molti aspetti burocratici da perfezionare, come ad esempio accreditare i nostri mezzi perché possano avere accesso diretto al sito – spiega Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e commissario Caritas in Expo – Ma abbiamo voluto iniziare già ora a sperimentare il sistema che andrà poi a regime quando aprirà il Refettorio Ambrosiano, ormai quasi pronto».
I lavori di ristrutturazione nel vecchio teatro abbandonato della parrocchia di Greco sono ormai in dirittura di arrivo. E si prevede che già nella prima settimana di giugno lo chef tristellato Massimo Bottura, anima del progetto, potrà cucinare la prima cena per le persone seguite da Caritas. Poi, nei sei mesi dell’Expo, a turno verranno una quarantina di grandi cuochi provenienti da tutto il mondo per preparare una ricetta utilizzando quello che non sarà consumato a Expo.
«D’intesa con Expo, Caritas Ambrosiana ha sottoscritto un accordo con Coop. In attesa dell’apertura del Refettorio Ambrosiano, abbiamo deciso di mettere alla prova il sistema e direi che tutto sta funzionando – assicura Gualzetti -. Abbiamo sei mesi di tempo per perfezionarlo e poi metterlo a regime perché possa funzionare anche quando Expo sarà finita. La nostra intenzione è creare un ciclo virtuoso per il recupero del cibo, in particolare del fresco, per continuare a rifornire il Refettorio Ambrosiano, ma anche le mense e le parrocchie, migliorando quello che già facciamo».
Expo sarà dunque una sorta di banco di prova dove mettere a punto una strategia contro lo spreco ma anche valorizzare le esperienze che in tanti stanno già facendo sul territorio. Diverse, infatti, sono le parrocchie che hanno accordi con i supermercati di quartiere per il recupero delle eccedenze alimentari. A Sesto San Giovanni, dove è stato realizzato uno dei progetti più raffinati, i volontari della Caritas insieme a quelli della San Vincenzo servono nel primo pomeriggio quello che a mezzogiorno non è stato consumato alla mensa dai dipendenti del Comune.
«Il Papa ha detto che il cibo buttato via è come se venisse rubato alla mensa di chi è povero. È un richiamo fortissimo quello del Pontefice. Ci stiamo impegnando a prenderlo sul serio», commenta Gualzetti.