Ad Haiti condotti numerosi progetti con la religiosa uccisa sabato: dieci anni insieme, per i poveri e i piccoli del Paese più arretrato delle Americhe. Lanciato un “muro virtuale” per ricordarla, raccontarla e ringraziarla

Suor Luisa con educatori Kay Chal
Suor Luisa con gli educatori di Kay Chal

Proprio oggi, lunedì 27 giugno, avrebbe compiuto 65 anni. Una mano assassina le ha impedito di festeggiare, due giorni prima della ricorrenza. Soprattutto, però, l’ha sottratta alla relazione con i tanti che la stimavano e l’amavano. E che con lei collaboravano. Per la diffusione del Vangelo. La promozione degli ultimi. La tutela e il futuro dei piccoli.
Caritas ambrosiana e Caritas italiana collaboravano ormai da un decennio con suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, originaria di Lomagna (Lecco), da 20 anni attiva ad Haiti, dopo esperienze missionarie in Camerun e Madagascar. L’avevano conosciuta dopo il devastante terremoto che aveva colpito il Paese caraibico all’inizio dello scorso decennio.

Un lavoro comune

Ne era scaturito un lavoro comune su più fronti: il consolidamento della rete pastorale e sociale (con progetti per il rafforzamento della rete delle Caritas diocesane e territoriali), la promozione del volontariato (con l’invio da Milano e dall’Italia di volontari in servizio civile e la conduzione, in altrettante estati, di 6 Cantieri della solidarietà) e soprattutto l’educazione (affiancando e formando i giovani animatori del centro di aggregazione Kay Chal, di cui suor Luisa era il perno e l’anima, rivolto a minori, giovani e restavek, i baby-schiavi domestici delle baraccopoli della capitale Port-au-Prince, e finanziando successivamente insieme a Caritas Italiana la costruzione del nuovo centro).

Suor Luisa in classe al Kay Chal

Gualzetti: «La sua eredità operativa, materiale e spirituale non si inaridirà»

«Suor Luisa – sostiene Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana – era l’incarnazione autentica di quelle donne che, come ha detto l’arcivescovo mons. Mario Delpini, “percorrono le strade più pericolose del mondo e abitano le case più indifese” ma non “vanno a cercare pericoli”, bensì “vanno per diventare preghiera, offerta, amicizia, seme che muore per portare frutto” e annunciare il Vangelo. Una donna giusta, coraggiosa, lucida, determinata, concreta. Oggi “martire della carità”, come non ha esitato a definirla papa Francesco. Per noi era un riferimento irrinunciabile, in una delle terre più complicate, povere e violente del mondo. Ci mancherà. Ma la sua eredità operativa, materiale e spirituale non si inaridirà. Faremo di tutto perché continui a portare nuovi frutti per lo sfortunato e vitale popolo di Haiti».

Suor Luisa con volontari Caritas dei Cantieri della Solidarietà

Un “muro virtuale”

Ai tanti operatori e volontari ambrosiani, italiani e haitiani che lungo un decennio hanno collaborato con suor Luisa nell’ambito dei numerosi progetti comuni, Caritas ambrosiana ha chiesto di formulare una testimonianza. Ne è scaturita una pagina del sito di Caritasa ambrosiana destinata a popolarsi, nei prossimi giorni, di pensieri, ricordi, ringraziamenti, con testi, foto e contributi vocali. Un “muro” virtuale, che è un primo modo per rendere viva la memoria di una donna eccezionale, amante del Vangelo e dei fratelli che la vita ha posto sulla sua strada.


Leggi anche:

Haiti, uccisa suor Luisa Dell’Orto. Il cordoglio dell’Arcivescovo

Il Papa: «Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio»

«Luisa è morta povera tra gli ultimi, questa era la sua missione»

«Nella vita di suor Luisa un fermento di fede che non finisce»

«Suor Luisa, una presenza viva a Lomagna»

«Suor Luisa era aperta a tutti e al mondo»

«Suor Luisa ha dato tutto fino alla fine consapevolmente»

Testimoni oculari a Tv2000: suor Luisa vittima di un agguato

Ti potrebbero interessare anche: