Questa la somma dei due bilanci presentati da Caritas-Spes e Caritas Ucraina. Preoccupazione per gli organismi presenti a Berdyansk, tra Mariupol e Mykolaiv, dove «i rischi per i dipendenti sono aumentati»

di Maria Chiara Biagioni
Agensir

Foto Caritas Spes
Foto Caritas Spes

C’è un cuore grande che batte nel cuore dell’Ucraina che resiste. È il cuore degli operatori di Caritas-Spes e Caritas Ucraina, i due organismi caritativi della chiesa cattolica latina e della chiesa greco-cattolica. Entrambe hanno diffuso in queste ore e in maniera indipendente i bilanci degli aiuti in questi due mesi di conflitto. Dall’inizio della guerra, il 24 febbraio, fino all’8 maggio, la rete Caritas Ucraina ha fornito assistenza a 898 mila beneficiari. Caritas-Spes invece fa sapere che sempre dall’inizio del conflitto, i beneficiari che hanno ricevuto assistenza nei loro centri e attraverso i loro operatori, sono 422.897. Sommando le due cifre, si può dire che in due mesi le reti Caritas diffuse su tutto il territorio ucraino sono riuscite a raggiungere e aiutare circa 1.400.000 persone.

Dei beneficiari di Caritas Ucraina, 468.000 persone hanno ricevuto cibo. In questi due mesi sono stati distribuiti 186.000 prodotti igienici, distribuita acqua a 16.330 persone, medicinali a 29.763 persone, biancheria da letto a 65 680 persone. Dal 10 aprile, 1.754 persone hanno potuto usufruire di consulenze psicologiche e 10.494 persone hanno ricevuto protezione dei diritti e altra assistenza speciale.

Nel suo Report, Caritas-Spes fa sapere che ad oggi sono 113.652 le persone che hanno beneficiato di ricovero e alloggio. Nel corso degli ultimi 10 giorni, sono stati erogati 14.680 servizi sociali per persona al giorno e le persone che attualmente vivono nei centri di accoglienza della Missione sono 1.468. 14 sono gli uffici locali che distribuiscono aiuti umanitari: Starokostiantyniv, Uman, Cherkasy, Krywyj Rih, Kamyanets-Podilsky, Khmelnytsky, Gorodkivka, Poltava, Belogorsk, Chichelnyk, Sumy, Konotop, Zaporizhia e Kamenske. I centri della Missione e le parrocchie greco-cattoliche stanno diventando anche dei mini-magazzini, che vengono continuamente riforniti per sostenere la regione. Attualmente 4 uffici locali, sono stati potenziati diventando hub umanitari locali: Kamyanske, Pavlograd, Nikopol e Kremenchug. Oltre all’attività volta a soddisfare i bisogni delle persone che hanno subito la guerra, la Missione “Caritas-Spes Ucraina” ha proseguito il lavoro di 17 mense per i poveri nelle Oblasts di Zakarpattia, Zaporizhzhia, Lviv e Volyn, fornendo pasti caldi per coloro che si trovano in bisogno.

«Stiamo registrando un aumento del numero di richieste di assistenza nelle aree meridionali e orientali – si legge nel Report di Caritas-Spes -. Al momento, è estremamente importante inviare quanto più carico umanitario possibile nell’Est, nel Nord e nel Sud del Paese. A causa dello spostamento del fronte, ancora più insediamenti in queste aree sono stati tagliati fuori dai beni di prima necessità».

A Berdyansk, città portuale tra Mariupol e Mykolaiv, occupata dai russi, il centro Caritas ancora lavora ma le condizioni sempre più difficili. «Stiamo valutando la possibilità di evacuare i dipendenti».

Nel suo report, Caritas Spes Ucraina sottolinea tra le nuove priorità quella di «garantire l’accesso al cibo e all’igiene per i residenti delle aree in prima linea e degli insediamenti tagliati fuori dai rifornimenti umanitari» e la questione dei propri operatori in territori sotto l’occupazione russa, dove «i rischi per i dipendenti sono peggiorati».

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