Gli effetti sulla terza età sono molto duri in tutto il mondo. Questo il focus di marzo di «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», a sostegno di 64 progetti di Chiese locali e organizzazioni cattoliche
di Patrizia
CAIFFA
Di Covid si muore anche in modo indiretto, in molti Paesi del mondo. Tanti anziani non hanno infatti la possibilità di accedere alle cure o muoiono di isolamento e solitudine a causa dei lockdown e delle restrizioni, che impediscono loro di stare accanto agli affetti. E tanti nemmeno ce l’hanno una famiglia. E’ inoltre noto che il Covid- 19 colpisce di più le persone anziane, tanto da stimare che le persone oltre gli 80 anni si ammalino 5 volte di più delle altre età. Per non contare l’assenza di welfare e sistemi pensionistici: nei Paesi impoveriti solo il 20% delle persone anziane può contare su una pensione. Anche in tarda età devono continuare a lavorare esponendosi al rischio del contagio per ricavare redditi molto bassi da piccole attività artigianali o commerciali, messe ulteriormente in crisi dal virus. E’ il drammatico panorama messo in evidenza da Caritas italiana e Focsiv, che nel mese di marzo puntano l’attenzione della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” proprio su questo tema. La Campagna, lanciata a luglio 2020, sta raccogliendo fondi per sostenere 64 interventi nel mondo e sensibilizzare la comunità cristiana agli effetti della crisi sanitaria sui più poveri.
A oggi sono stati raccolti circa 250.000 euro, una cifra inferiore agli obiettivi previsti. Per questo motivo le due organizzazioni hanno deciso di proseguire l’iniziativa anche dopo Pasqua, quando lanceranno appelli e raccomandazioni alle istituzioni.
La Campagna continua
«Terremo alta l’attenzione perché le conseguenze del virus sono ancora molto impattanti nel mondo – precisa al Sir Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana -. Il prolungamento obbligatorio è dovuto dai fatti». I focus tematici vengono decisi mese per mese. Di sicuro ci sarà una riflessione sul tempo liturgico a Pasqua e poi sul tema della cancellazione o riduzione del debito ai Paesi poveri, perché possano accedere ai vaccini e a programmi sanitari e sociali.
In Italia è scesa la speranza di vita.
In Italia è stato reso noto proprio in questi giorni un implacabile dato Istat: con il Covid la speranza di vita è scesa a 82,3 anni, nel 2019 era di un anno più alto, 83,2. Nel 2020 – causa l’alto tasso di mortalità – è come se fossero stati annullati i progressi raggiunti in dieci anni. L’isolamento domestico, secondo Caritas e Focsiv, non ha consentito agli anziani neppure una minima attività fisica ed ha acuito in loro la percezione della perdita e il senso di paura per il futuro, costringendoli a rinunciare ai legami affettivi con i propri familiari. «Anche in Italia gli anziani hanno subito un duro colpo – conferma Massimo Pallottino, tra i curatori della Campagna Caritas-Focsiv -. In tante diocesi le Caritas hanno attivato progetti di accompagnamento, dall’assistenza materiale ai servizi sanitari e di medicina mentale. Noi possiamo dare un sostegno ma devono funzionare i servizi territoriali pubblici. Ogni pacco che diamo è una persona che non ha ricevuto l’assistenza che le spettava».
Ma è nei Paesi del Sud del mondo che l’impatto della pandemia si fa sentire in maniera più drammatica sugli anziani. «Nelle società povere e in transizione, in veloce urbanizzazione, i legami tradizionali si sfaldano e le istituzioni dei Paesi non sono in grado affrontare le sfide dell’invecchiamento», osserva Pallottino, che è anche responsabile dell’Ufficio Asia e Oceania di Caritas italiana. In Bangladesh, ad esempio, secondo studi pre-Covid il 62% della popolazione anziana è a rischio malnutrizione: «Molte persone sono completamente emarginate, non hanno il supporto delle famiglie e non beneficiano di forme di welfare per la sopravvivenza. Con la pandemia la situazione è peggiorata, con più povertà e disuguaglianze. Chi era poco protetto prima ora lo sarà ancora meno».
Nei Paesi impoveriti l’assistenza sanitaria e la pensione sono, infatti, un raro lusso per pochi. I figli sono l’unico sostentamento ma se la famiglia non c’è è frequente trovare anziani che mendicano in strada. Nei Paesi sviluppati, come in Giappone, gli anziani invece «soffrono e muoiono di solitudine». Addirittura c’è l’assurdo fenomeno di donne e uomini over75 che compiono furtarelli nei negozi per farsi arrestare e avere vitto e alloggio gratis – e forse compagnia – nelle confortevoli carceri nipponiche. «Dove c’è una urbanizzazione veloce i legami sociali si sfaldano facilmente – constata Pallottino -. Le persone si trasferiscono in grandi città e perdono i legami sociali e culturali».
Donazioni e info
Si può donare sul sito della Campagna www.insiemepergliultimi.it. Accanto a materiali di approfondimento e riflessione sui vari temi, vengono proposte testimonianze e schede degli interventi nelle varie aree del mondo delle Caritas e dei soci Focsiv.