Iniziativa di sensibilizzazione rivolta a chi parteciperà alle competizioni del Csi dall’8 al 14 maggio, invitato a manifestare il proprio desiderio di pace attraverso alcuni gesti simbolici
di Paolo
Brivio
Mettiamo in campo la pace. Senza illudersi che un piccolo gesto possa fermare gli orribili conflitti in corso oggi nel mondo, dall’Ucraina al Sudan. Ma consapevoli che il Vangelo affida a tutti, non solo ai potenti, il compito di costruire questo bene inestimabile. A cominciare dal recinto della propria quotidianità. E magari dal perimetro di un campo da gioco.
È con questo spirito che Csi e Caritas hanno deciso di lanciare un’inedita iniziativa di sensibilizzazione, rivolta ad atleti, dirigenti sportivi, genitori e tifosi delle 700 società sportive e 2.284 squadre di calcio, pallavolo e basket (addirittura 2.339, se si considerano quelle iscritte ai campionati primaverili) che aderiscono al Comitato di Milano del Centro Sportivo Italiano. «Mettiamo in campo» la pace è una proposta che si dipanerà per l’intera settimana dall’8 al 14 maggio, in particolare nel week-end di metà mese.
L’invito dell’Arcivescovo
«Sentiamo urgente il bisogno di rendere concreto con un gesto l’invito dell’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, a invocare la Pace (leggi qui, ndr) – scrivono Massimo Achini, presidente di Csi Milano, e Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, nella lettera di invito a partecipare -. Sappiamo di non avere il potere politico e diplomatico di cambiare il corso degli eventi con un’iniziativa, ma siamo altrettanto consapevoli che un fermento bello, proveniente direttamente dalle comunità, possa lasciare segni indelebili nell’opinione pubblica, portare a riflettere, a interrogarsi, a voler conoscere, a volersi impegnare per la costruzione di valori che da sempre condividiamo: pace e inclusione delle marginalità e delle fragilità».
Lo sport è un terreno privilegiato per lanciare messaggi positivi. Non solo perché ha un potenziale educativo davvero notevole, specie se rivolto alle giovani generazioni. Ma anche perché le sue dinamiche, i suoi riti e i suoi luoghi riescono a essere aggreganti, e a far sperimentare valori autentici (l’amicizia, il confronto con l’altro, l’inclusione) con leggerezza e nello stesso tempo con autentica capacità di persuasione.
Quattro azioni
Da qui la convinzione di Csi e Caritas di poter contribuire a amplificare il messaggio di pace che l’Arcidiocesi di Milano sta cercando di diffondere capillarmente nelle proprie comunità, attraverso la proposta di alcuni gesti semplici, ma autenticamente coinvolgenti. Ad atleti, dirigenti e tifosi viene richiesto di rendersi protagonisti di quattro azioni: scendere in campo con il viso dipinto di pace (ovvero scriversi la parola “Pace”, o disegnarsi la bandiera arcobaleno o il simbolo sul viso); scegliere una frase tra le quattro suggerite, farla leggere al capitano prima della partita e consegnarla davanti all’arbitro alla squadra avversaria, che farà lo stesso; postare foto (quella con i due capitani e l’arbitro, ma anche quelle con i volti dipinti di atleti, genitori, allenatori, dirigenti); farlo utilizzando l’hashtag #mettiamoincampolapace e taggando Csi Milano e Caritas Ambrosiana sui social.
La partita della pace non farà classifica: ma è la partita più importante.