La Caritas-Spes stila un report su quanto i centri, le strutture e le parrocchie stanno facendo, sul territorio, per le persone colpite dalla guerra che non sono fuggite dal Paese
di Maria Chiara
Biagioni
Agensir
Sono i “numeri della solidarietà”. È la Caritas-Spes – organismo della Chiesa greco-cattolica ucraina – a stilare un Report su quanto, a un mese dall’inizio del conflitto, i centri, le strutture e le parrocchie stanno facendo, sul territorio, per le persone colpite dalla guerra che non sono fuggite dal Paese.
Sono 175.741 i beneficiari che hanno ricevuto assistenza dall’inizio del conflitto. 64.607 le persone che hanno beneficiato di ricovero e alloggio e 219.719 le persone che hanno ricevuto cibo e beni di prima necessità. Sono stati distribuiti 17.320 confezioni di alimentari. 8.095 persone hanno ricevuto vestiti caldi e scarpe e 79.568 prodotti per l’igiene. Ci sono poi prodotti per l’infanzia, vestiti per bambini ma anche medicinali.
Ai numeri di Caritas-Spes, vanno aggiunti quelli di Caritas Ucraina, l’ente caritativo di riferimento della Chiesa cattolica latina: più di 260 mila persone sono state assistite dall’inizio della guerra; quasi 100 mila gli alimenti distribuiti e più di 50.000 kit igienici. Nei centri di accoglienza della Caritas vivono 1.400 persone al giorno. Le due Caritas e la Chiesa sono tra le poche realtà rimaste a fianco della popolazione ucraina – sintetizza in un Report Caritas Internationalis – e la loro presenza permette di raggiungere anche le aree di conflitto più remote. È un lavoro capillare, quotidiano, di base che viaggia sul posto, a fianco delle persone, per sostenerle nell’ora più dura della prova.
Situazioni al limite
Sono oltre 3,8 milioni i rifugiati ucraini usciti dal Paese e più di 1,8 milione i bimbi costretti a fuggire a causa della guerra. In tutto il Paese si contano oltre 6.6 milioni di sfollati interni e circa 12 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria. Da quasi un mese Caritas-Spes e Caritas Ucraina stanno facendo del loro meglio per gestire la crisi umanitaria. Dall’inizio delle azioni militari, hanno svolto le loro attività per assistere gli sfollati interni e i residenti rimasti sul territorio delle zone di combattimento.
Negli ultimi 27 giorni, Caritas-Spes ha fornito 25 rifugi nelle oblast (province) di Zakarpattia, Ivano-Frankivsk, Volyn e Leopoli e ha tenuto aperti i suoi 4 centri per dare rifugio ai bambini evacuati dalle case-famiglie e una casa per madri single. Ci sono poi situazioni al limite, quelle che si scontrano con l’invasione russa. Le città di Berdyansk e Konotop, per esempio, sono sotto occupazione. Ciò nonostante a Berdyansk la Caritas Spes riesce ad assistere un centinaio di persone ogni giorno mentre nella città di Konotop, la parrocchia riesce a fornire aiuti umanitari grazie a Caritas-Spes.
Gli aiuti che arrivano dall’estero vengono portati in tre punti-magazzino a Mukachevo, Leopoli e Lutsk. Da lì, poi raggiungono altri punti di ricezione e distribuzione in tutta l’Ucraina da Oleksandrivka, Odessa, Dnipro. In città come Kharkiv, Zaporizhzhia e Kamyanets, i centri della Missione Caritas e le parrocchie diventano veri e propri “mini hub umanitari regionali” che vengono continuamente riforniti per sostenere la regione.