A Rho il convegno diocesano delle Caritas decanali. Interventi del vescovo Bregantini, della legale Tkalec (che si occupa delle principali crisi umanitarie) e di Tiziano Vecchiato, esperto di welfare, che qui anticipa i temi della sua relazione

Convegno Caritas

All’inizio del nuovo anno pastorale la Caritas Ambrosiana riparte dai poveri. «Lasciamoci evangelizzare dai poveri per custodire la casa comune» è il tema del convegno che sabato 14 settembre, dalle 8.30, al Collegio dei Padri Oblati Missionari di Rho, riunirà i responsabili delle Caritas decanali della Diocesi, i coordinatori dei servizi e delle cooperative legate a Caritas Ambrosiana e i vari collaboratori.

Tra i relatori dell’incontro chiamati a sollecitare la riflessione, due testimoni d’eccezione: monsignor Giancarlo Bregantini, attualmente arcivescovo metropolita di Campobasso-Bitonto, diventato famoso durante il suo precedente episcopato nella diocesi di Locri, in Calabria, per il suo impegno contro la ’ndrangheta, aprirà la mattinata parlando dell’intreccio tra povertà e malavita; Suzanna Tkalec, legale, recentemente nominata a capo della Direzione per i diritti umani di Caritas Internazionale, racconterà la sua esperienza come responsabile degli interventi di emergenza nelle principali crisi umanitarie degli ultimi 15 anni, dallo Yemen alla Nigeria, dal Kurdistan iracheno ai campi profughi siriani in Giordania.

Nel pomeriggio, invece, sarà messo a fuoco il tema delle risposte possibili. Dopo la presentazione di alcune storie di vita nel corso di una tavola rotonda, in cui alcune persone in difficoltà racconteranno come sono riuscite a superare il loro periodo di crisi, Tiziano Vecchiato (direttore della Fondazione Zancan e tra i massimi esperti in tema di welfare e contrasto alle povertà) terrà una relazione dal titolo «Ripartire coi poveri: per un approccio generativo».

«Nel nostro Paese – spiega Vecchiato -, negli ultimi 15 anni circa 19 miliardi sono stati destinati ai trasferimenti per il reddito, dall’RMI, il reddito minimo di inserimento di vent’anni fa, alla social card e, oggi, il reddito di cittadinanza. Con quali risultati? L’Italia è il Paese europeo che dà più trasferimenti con meno servizi. Siamo dunque incapaci di aiutare i poveri a uscire dalla condizione di povertà». «La generatività – aggiunge lo studioso che propone di passare dagli approcci tradizionali di welfare a nuovi sistemi generativi – è la capacità di rimettere a tema l’incontro tra carità e giustizia, perché la carità senza giustizia è solo assistenza e la giustizia senza carità degenera in burocratizzazione».

Faranno gli onri di casa il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti e il presidente monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale.

Ogni anno Caritas Ambrosiana stima di incontrare su tutto il territorio della diocesi circa 60 mila persone in difficoltà. A loro offre ascolto e assistenza attraverso aiuti economici e alimentari. Tuttavia sempre più negli ultimi anni sono stati implementati servizi capaci di rispondere a bisogni specifici: dai progetti di housing sociale agli strumenti di politica attiva del lavoro, fino agli interventi per prevenire l’indebitamento. Su questa strada l’organismo diocesano sembra intenzionato a proseguire con sempre maggiore determinazione.

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