Il Santuario di Santa Maria del Fonte riconosciuto “regionale” nel solenne Pontificale presieduto dall'Arcivescovo di Milano e concelebrato dagli altri Vescovi lombardi
di Annamaria
Braccini
Sotto quel cielo di Lombardia così bello quando è bello, lo splendore dei colori della campagna si confonde con quello del marmo e dei mattoni del Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, e con il bianco delle vesti liturgiche dei più di 200 preti che, in processione, sostano davanti all’obelisco novecentesco dove sono state appena incise queste parole: «Santuario regionale della Lombardia».
Pellegrini e autorità
Dignità che questo amatissimo luogo della devozione mariana popolare, fortemente voluto da san Carlo Borromeo – che richiama due milioni di visitatori l’anno -, assume nel giorno del 591° anniversario dell’apparizione della Madonna alla giovane contadina Giannetta. Tradizionale giorno di festa – Santa Maria del Fonte è anche la copatrona della Diocesi di Cremona, nel cui territorio di trova il Santuario – per cui sono moltissimi i pellegrini che entrano nella Basilica dove viene celebrato il solenne Pontificale, presieduto dall’Arcivescovo anche nella sua veste di Metropolita di Lombardia, e concelebrato da tutti i Vescovi delle Diocesi della regione, tra cui il cardinale Oscar Cantoni.
Dopo la lettura del messaggio affidato da Maria a Giannetta e la discesa al Sacro fonte, con la preghiera e la deposizione di un mazzo di rose bianche di fronte al mosaico che segna il luogo esatto l’apparizione e dove zampilla ancora l’acqua sorgiva, si avvia la celebrazione nella chiesa gremita di molte centinaia di fedeli. Vi prendono parte anche autorità militari e civili, tra cui rappresentanti della Giunta regionale lombarda, il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi.
Il saluto del Vescovo di Cremona
A portare il saluto di benvenuto iniziale è il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, che ricorda come la Conferenza Episcopale Lombarda si riunisca per le sue sessioni proprio nel Centro di Spiritualità del Santuario e la devozione pluricentenaria che si respira a Caravaggio: «San Carlo volle questo Santuario come punto di riferimento al centro della regione. Siamo un popolo che si raduna intorno a Maria, preparandoci all’anno centenario (il seicentesimo) con un cammino di fede e di comunione». Tutto infatti parla di Maria, anche nella pagina del Vangelo di Luca in cui risuona il Magnificat che ispira l’omelia dell’Arcivescovo.
L’omelia
«Noi ci siamo radunati per onorare Santa Maria del Fonte e vorremmo imparare una devozione facile, quella alla quale ci educa e ci invita questo Santuario che riconosciamo come Santuario regionale. Vogliamo compiere un atto di devozione facile, quella che possono praticare tutti. Veniamo a Caravaggio, il nostro Santuario regionale, in una terra, la nostra regione, che onora Maria con cento e cento santuari ricchi di storia e di grazie. E qui pratichiamo, così, alla buona, la devozione facile e vi troviamo sollievo per una vita che spesso è troppo difficile».
Lo spirito con cui vivere tutto questo è l’incontro con Maria, che non teme i potenti e le loro minacce, perché sa che Dio depone i potenti dai troni ed esalta gli umili: «Veniamo a incontrare Maria e non pretendiamo i grandi miracoli, ma i piccoli sollievi che rendono meno aspro il cammino, perché già sappiamo che la vita è complicata e ogni giorno ha la sua pena, ma che, insieme con Maria, possiamo fare fronte, serenamente e tenacemente, come gente che è già troppo spaventata dalle minacce e dalle paure che incombono sull’umanità».
Il bene «facile»
Una devozione semplice che fa i conti ogni giorno con le debolezze della natura umana, ma che invoca comunque «la grazia di compiere il bene facile, perché Maria ci insegna che è più facile perdonare che conservare il rancore, è più facile dare gioia invece che dare tristezza, è più facile servire che pretendere di essere serviti, così, alla buona, come siamo capaci. Ogni giorno portando il peso della vita, non pretendiamo di essere eroici, ma sappiamo che Maria rende più leggero questo peso».
«Non pretendiamo di avere qualche speciale illuminazione o qualche intuizione originale, chiediamo semplicemente un poco di buon senso, quella saggezza dei semplici che sa che la presunzione e l’orgoglio sono delle forme di stupidità, che il sorriso e la benevolenza sono la vera rivelazione della nobiltà dell’animo più che i titoli di studio e le imprese di cui uno può vantarsi».
Infine, dopo il saluto del rettore del Santuario monsignor Amedeo Ferrari, la preghiera di tutti i Vescovi con l’affidamento a Maria e la benedizione a cui è annessa l’indulgenza plenaria.
Le celebrazioni della giornata dell’apparizione – nella quale, a margine del Pontificale, viene presentato il volume Il Santuario di Caravaggio. La cupola e i pennacchi -, continueranno fino a sera, con il Rosario e la processione aux flambeaux.
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