Il Decano don Arnaldo Mavero presenta le attività che caratterizzano il territorio in cui è in corso la Visita pastorale dell’Arcivescovo e dice: «Tante iniziative possono avere risposte inferiori alle attese, ma questa è comunque la strada da percorrere, perché la Parola porta frutto»

di Cristina Conti

Don Arnaldo Mavero
Don Arnaldo Mavero

Fino all’inizio di aprile è in corso la Visita pastorale dell’Arcivescovo nrl Decanato di Cantù, nella V Zona pastorale. «Il nostro Decanato conta 112 mila abitanti, si estende su 84 chilometri quadrati ed è formato da 5 Comunità pastorali, un’Unità pastorale e 3 parrocchie (nel complesso sono 25) – così lo presenta il Decano don Arnaldo Mavero, responsabile della Comunità pastorale San Paolo di Figino Serenza -. A caratterizzarlo dal punto di vista della vita cristiana sono la Pastorale familiare, l’ambito educativo-culturale, il cammino della Pastorale giovanile e una bella tradizione caritativa. La Pastorale familiare può contare su un’équipe decanale, sul Consultorio di Cantù e sui gruppi famiglia; nelle diverse comunità c’è poi un’attenzione particolare per le famiglie che vivono situazioni di fatica o il fallimento del matrimonio. Sul fronte educativo-culturale sono attivi due Centri culturali e diverse iniziative locali: ricordo il cine-teatro Fumagalli di Vighizzolo, le numerose attività di Mariano Comense e l’Auditorium Santa Maria di Inverigo. È significativa anche la presenza nell’ambito scolastico, con 10 scuole dell’infanzia parrocchiali e 3 paritarie: nella Missione vocazionale tenutasi lo scorso anno, il Rettore del Seminario monsignor Di Tolve ha ricordato come tre vocazioni sacerdotali di questi ultimi anni, maturate nel nostro Decanato, provengano da scuole cattoliche. La Pastorale giovanile si avvale del ministero di quattro coadiutori e di un diacono, dell’attività dell’équipe decanale e del cammino degli oratori delle varie comunità: ciascun prete è impegnato in più oratori. La dimensione della carità, infine, incarnata dalla Caritas e da altre realtà presenti sul territorio, sta trovando modalità per concretizzarsi e tradursi in opere utili per chi ha più bisogno».

Altri settori di attività?
Nel nostro Decanato operano commissioni, gruppi di catechesi e di iniziazione cristiana. C’è una bella tradizione di sensibilità ecumenica legata al Gruppo nato dal cuore e dalla passione di don Lino Cerutti, già Prevosto di Cantù, una realtà ormai consolidata. L’impegno concreto delle comunità si esprime inoltre nella Pastorale missionaria e nella dimensione socio-politica: sindaci del territorio erano presenti all’incontro svoltosi il 3 marzo a Monza tra gli amministratori locali e l’Arcivescovo, a partire dal suo Discorso alla Città, e per prepararsi hanno partecipato a un cammino di confronto per riflettere insieme sul bene comune.

E dal punto di vista sociale, come si presenta il territorio?
La nostra zona si è sempre distinta tradizionalmente per intraprendenza. Qui si trovano molte aziende a conduzione familiare e c’è un legame forte tra imprenditori e realtà ecclesiale. Ci sono difficoltà legate al confine con la Svizzera perché, a causa della crisi economica, molte aziende preferiscono trasferirsi per alleggerire la fatica burocratica e i costi. Dai dati emersi dai Centri d’ascolto a livello decanale la crisi economica si sente e le parrocchie ne sono state toccate.

Come vi siete preparati alla Visita pastorale?
Abbiamo tenuto un’assemblea decanale molto bella, nella quale abbiamo portato il frutto di tutto il lavoro svolto. La nostra attenzione si è concentrata in particolare su come ci si familiarizza con la Parola di Dio. Nelle nostre comunità ci sono tante iniziative che possono avere risposte inferiori alle attese. Confrontandoci nell’assemblea, abbiamo capito che questa è comunque la strada da percorrere, perché la Parola è comunque capace di portare frutto. Dobbiamo lavorare molto sulla sua interiorizzazione.

Ti potrebbero interessare anche: