L’équipe diocesana fa il punto del lavoro svolto nel secondo anno della “fase narrativa”. Quanto emerge è soprattutto il metodo - l’ascolto dello Spirito - e la consapevolezza dell’avvio di processi che matureranno nel tempo
di Susanna POGGIONI, Simona BERETTA e Stefano POZZATI
Équipe sinodale
Da alcuni mesi si è avviato il lavoro della équipe sinodale della Diocesi di Milano che, dopo la nomina di don Walter Magni a Vicario per la vita consacrata, ha portato avanti il lavoro da lui avviato per promuovere il Cammino sinodale nella Chiesa ambrosiana (vai allo speciale).
Quello in corso è il secondo anno del percorso proposto dalle Chiese in Italia. Nel primo la nostra Diocesi era impegnata nell’avvio del lavoro dei Gruppi Barnaba verso la costituzione delle Assemblee sinodali decanali (vai allo speciale). Per questo si è scelto di svolgere la consultazione sinodale interpellando i Consigli pastorale e presbiterale diocesani e diverse realtà e gruppi specifici.
Ascolto e coinvolgimento
Nel raccogliere il testimone da don Magni abbiamo perciò puntato su due aspetti: anzitutto concentrarci sulla prima priorità emersa dall’ascolto dello scorso anno, «l’esigenza di acquisire una precisa metodologia di ascolto sinodale in ordine a qualsiasi decisione di carattere ecclesiale» (cfr Sintesi Diocesana); quindi provare a coinvolgere nel Cammino sinodale le realtà parrocchiali, senza per questo tralasciare i diversi settori della vita diocesana.
La Conversazione spirituale
L’idea generale è stata quella di proporre di aderire, con libertà e per quanto fosse possibile ad anno pastorale iniziato, ai Cantieri di Betania (leggi qui), il percorso proposto dalla Chiesa italiana per il secondo anno della cosiddetta fase narrativa del Cammino sinodale. Si tratta di tre percorsi di approfondimento ricavati dagli ascolti realizzati in tutte le diocesi italiane.
Ciò su cui abbiamo posto l’attenzione, coerentemente con la priorità cui si accennava, è stato proprio il metodo da utilizzare: la Conversazione spirituale. Si tratta di un modo di procedere nel discernimento comunitario che aiuta a mettersi in ascolto dello Spirito attraverso la condivisione nella preghiera, vivendo un reale e attivo ascolto reciproco, senza scadere nel dibattito, nella discussione sterile per arrivare poi a scelte concrete di trasformazione.
La proposta è stata fatta anzitutto ai parroci, attraverso la mediazione dei decani, con cui abbiamo avuto la possibilità, tra gennaio e febbraio, di incontri molto belli e costruttivi nei quali non solo abbiamo parlato del possibile lavoro da fare, ma soprattutto abbiamo presentato e anche “provato” insieme il metodo della Conversazione spirituale. Le parrocchie che vorranno e potranno aderire sperimenteranno così il metodo che verrà poi proposto di utilizzare nell’estate e autunno prossimi per il confronto nei Consigli pastorali in vista del loro rinnovo e l’elaborazione del nuovo Direttorio dei Consigli pastorali stessi. A tale elaborazione lavoreranno i Consigli diocesani (pastorale e presbiterale) nel prossimo autunno, proprio facendo tesoro di quanto emergerà dalla riflessione nelle parrocchie e comunità pastorali.
Parallelamente abbiamo esteso – e stiamo estendendo – la proposta a diversi settori e figure pastorali: i diaconi permanenti, la pastorale familiare, la vita consacrata, la pastorale per l’ecumenismo, persone impegnate nel sociale…
L’Assemblea nazionale
A livello di Chiesa italiana abbiamo intanto partecipato alla prima Assemblea nazionale per i referenti diocesani a Roma l’11 e 12 marzo scorsi. Si è trattato di un’occasione molto bella di conoscenza tra referenti di Diocesi diverse, che ci ha consentito di confrontare nei tavoli di lavoro le diverse esperienze e cogliere come il Cammino sinodale ha preso forme molto diverse e creative in ogni realtà. Per la nostra diocesi abbiamo condiviso soprattutto l’esperienza avviata dei Gruppi Barnaba nella prospettiva delle Assemblee sinodali decanali, che costituisce un lavoro affine a quello proposto nei Cantieri, in particolare il primo dei tre.
Ciò che ci è parso molto incoraggiante è la prospettiva che ci è stata presentata. Infatti certamente bisognerà relazionare man mano che cosa accade nelle nostre Diocesi (e l’Assemblea di maggio e l’estate vedranno uno di questi momenti di restituzione). Potremo però farlo un po’ come raccontando dei «lavori in corso», perché quanto si sta proponendo non sono attività puntuali, bensì l’avvio di processi, che trasformino a poco a poco in senso sempre più sinodale il nostro cammino di Chiesa diocesana.