A Lecco, Milano, Lesmo e Varese nuovi incontri di aggiornamento promossi dall’Ufficio amministrativo nell’ambito del progetto diocesano “Fascicolo Tecnico del fabbricato e piano di manutenzione programmata”
Il Progetto diocesano denominato “Fascicolo tecnico del fabbricato e piano di manutenzione programmata”, iniziato ormai da alcuni anni, intende sensibilizzare le parrocchie sulla cura e la conservazione del patrimonio immobiliare, con particolare attenzione alla sicurezza degli ambienti e all’efficienza gestionale dei fabbricati (chiese, oratori, scuole dell’infanzia, ecc); a tal fine la Diocesi ha predisposto una piattaforma web dove raccogliere tutte le informazioni riguardanti le strutture parrocchiali, dotando le parrocchie di opportune credenziali di accesso all’applicazione.
Nell’ambito del progetto, la Diocesi intende continuare a proporre un costante aggiornamento/approfondimento tecnico e normativo a quanti si preoccupano di custodire e salvaguardare le strutture delle parrocchie, coinvolgendo, oltre ai volontari e agli operatori parrocchiali, anche Ordini e Collegi professionali che già operano sul territorio con la finalità di qualificare in modo sistematico le diverse figure professionali.
In considerazione dell’interesse riscontrato negli incontri degli anni precedenti (2016, impianti termici e climatizzazione invernale; 2017, gestione degli impianti elettrico ed elevatore; 2018, sicurezza degli ambienti, adempimenti di prevenzione incendi e presidi antincendio, manutenzione e controllo dell’impianto della torre campanaria), l’Ufficio amministrativo diocesano ha programmato un’altra serie di incontri nei mesi di febbraio e marzo.
Le serate prevedono una breve introduzione a cura di monsignor Umberto Oltolini (responsabile Uad) e del geometra Achille Invernici (referente tecnico del “Fascicolo Tecnico del Fabbricato”) sullo stato di avanzamento del Progetto e di tutte le novità recentemente introdotte.
A seguire l’architetto Carlo Capponi (responsabile dell’Ufficio diocesano Beni Culturali, arte sacra ed edilizia di culto e delegato regionale per i Beni culturali delle Diocesi lombarde) svilupperà il tema relativo alla conservazione dei Beni Culturali.
L’ingegner Francesco Parolari, strutturista libero professionista e collaboratore dell’Arcidiocesi di Milano, approfondirà infine come riconoscere le criticità delle strutture e come affrontarle in riferimento anche al quadro normativo esistente
«Perché la necessità di una serie di incontri sul tema della conservazione e delle attenzioni da porre agli edifici? – spiega Capponi -. La domanda sorge spontanea in chi ha già dovuto studiare anni di scuola per poter poi avere una competenza specifica riconosciuta spesso da Albi e Collegi obbligatori per lo Stato. L’interrogativo è presente anche in chi si deve aggiornare per legge per poter continuare a esercitare una professione per la quale ha studiato anni. Gli edifici ecclesiastici non sono solo le chiese, ma tutto ciò che appartiene alla Comunità ecclesiale: perciò le scuole, gli oratori, le case dei sacerdoti e generalmente gran parte di tali strutture sono soggette alla Legge dello Stato che protegge i Beni culturali».
Gli incontri hanno l’intento di approfondire il significato dei termini “conservazione”, “manutenzione”, “restauro”, in riferimento ai manufatti edilizi che le generazioni passate ci hanno affidato perché li trasmettessimo alle nuove generazioni. «Gli edifici di culto, poi – precisa Capponi -, sono esentati da tanti adempimenti rispetto ad altri, spesso di minore importanza artistica; questo però non significa che chi li ha in uso non deve intervenire affinché siano luoghi ospitali e accoglienti, luoghi sicuri capaci di permettere a chi desidera di accostarsi alla Liturgia della Comunità e alla preghiera personale. Gli incontri si articoleranno in due momenti tra loro apparentemente distinti. Dapprima verranno analizzate le modalità con cui affrontare un intervento di manutenzione e restauro, cioè un atto volto alla conservazione delle caratteristiche salienti dell’opera, e successivamente saremo invitati a riconoscere i piccoli segnali di degrado strutturale che l’edificio ci trasmette prima che sia troppo tardi o eccessivamente oneroso intervenire. Come c’è una modalità di affronto “timido” nel campo del restauro, così c’è un affronto del tema della conservazione statica non distruttivo delle caratteristiche strutturali di un edificio».
«Incontri semplici e dialogici – conclude Capponi – che, in linea con le direttive della formazione continua dei Tecnici che operano nel campo dell’edilizia, serviranno anche ad acquisire punteggi di qualificazione professionale grazie all’appoggio che Collegi e Ordini hanno concesso».