«Alle porte dell’Europa una guerra devastante sta seminando terrore, morte e distruzione»: così il Cardinale ha introdotto i lavori del Consiglio permanente, in corso a Roma fino al 23 marzo

di Maria Michela Nicolais
Agensir

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Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (foto SIR/Marco Calvarese)

«Ci ritroviamo insieme mentre alle porte dell’Europa una guerra devastante sta seminando terrore, morte e distruzione». È il saluto del cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Cei, nell’introduzione al Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 23 marzo.

«Il nostro pensiero va alle vittime, ai loro cari e a quanti sono costretti a lasciare le proprie case per cercare un luogo sicuro – ha proseguito il Cardinale – Uniamo la nostra voce a quella del Santo Padre, affinché in nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi. La nostra voce sale a Dio perché questa “inutile strage” del nostro tempo sia fermata – ha esclamato -. L’umanità implora un’alba nuova: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra”».

Grazie a chi accoglie e a chi informa

«Di fronte alla fuga di milioni di persone, soprattutto donne e bambini, esprimiamo il nostro vivo e sincero ringraziamento a quanti, in Italia e in tanti altri Paesi, sono impegnati a dare forma e anima all’accoglienza – l’omaggio del presidente della Cei -. È una testimonianza di carità e di fraternità che diventa impegno concreto per un futuro di pace contro il virus dell’egoismo e dell’indifferenza».

«La grave crisi internazionale che stiamo vivendo per via del conflitto in Ucraina evoca per l’Europa il fantasma di un passato che si riteneva ormai definitivamente archiviato – l’analisi di Bassetti -. Invece le bombe, la distruzione, le morti ucraine e russe, la devastazione di queste ultime settimane ci hanno messo di fronte a un pericolo, a una minaccia, sempre in agguato».

Di qui la drammatica verità delle parole del Papa nell’Angelus di ieri: «Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia».

«Grazie alle testimonianze di giornalisti e operatori della comunicazione, pericolosamente in prima linea per documentare gli accadimenti, ci arrivano le notizie di migliaia di morti, gran parte dei quali sono civili», ha deplorato il Cardinale, ripetendo ancora una volta con il Papa: «Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. E siamo raggiunti anche da immagini di una popolazione che, da un giorno all’altro, ha perduto la propria quotidianità, la propria casa, la propria famiglia ed è stata costretta a separarsi dai propri cari, a lanciarsi in una fuga per la salvezza, a rischio della vita – ha aggiunto Bassetti -. Senza dimenticare le persone fragili, i malati e i minori soli, più vulnerabili che mai, totalmente dipendenti dall’aiuto di qualcun altro».

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