In corso la visita pastorale dell’Arcivescovo in un quartiere dal forte senso di appartenenza. Il numero di febbraio del mensile diocesano vi ha dedicato una breve inchiesta, di cui pubblichiamo uno stralcio

di Claudio Urbano

scorcio Baggio
Un angolo del quartiere

Da Il Segno di febbraio

Si fa presto a dire periferia. Oppure borgo immerso nel verde; o ancora, quartiere che sembra un paese. La zona di Baggio, a cui corrisponde l’omonimo Decanato – dove a marzo è atteso l’arcivescovo Mario Delpini in visita pastorale – è infatti tutte queste cose insieme. Gettando un occhio alla cartina di Milano, proprio questo spicchio di città supera, verso ovest, i bordi della sua ideale circonferenza: un’eredità dell’annessione, avvenuta proprio un secolo fa, dei Comuni rurali alla città di Milano. Altre ragioni – tra tutte la presenza della cittadella militare sorta negli anni ’30 che ha dato il nome a via delle Forze Armate – hanno contribuito nel tempo a mantenere relativamente isolato il vecchio borgo di Baggio, preservandone, non solo nell’aspetto urbanistico, i suoi tratti di paese. Gli altri quartieri hanno “età” diverse: da quelli sorti rapidamente lungo via Forze Armate negli anni del dopoguerra, che così hanno unito Baggio alla città, fino agli insediamenti più esterni come Muggiano e Figino, che hanno conosciuto un’espansione ancora più recente, ma che spiccano, nel territorio milanese, per essere ancora circondati dai campi.

A dare respiro a questa parte di città c’è il Parco delle Cave, vera e propria oasi cittadina con laghetti, cascine e marcite. Anche il parco è frutto di una conquista dei cittadini, un punto di arrivo dopo anni travagliati, dopo il passaggio da cava di materiale edile a luogo industriale segnato dall’inquinamento.

A rendere vivo il quartiere c’è soprattutto una fitta presenza associativa, mentre le parrocchie svolgono un ruolo importante creando comunità anche con i nuovi arrivati.

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