Fu animatore e catechista nella parrocchia salesiana di Sant'Agostino a Milano, che a cinquant'anni dalla morte lo ricorda domenica 18 dicembre nella Messa presieduta dall'Arcivescovo alle 18.30
Nel 50° anniversario della morte del Venerabile Attilio Giordani, domenica 18 dicembre la sua parrocchia di Sant’Agostino a Milano (via Copernico) lo ricorda alle 10 nella Santa Messa presieduta don Giuliano Giacomazzi, Ispettore dei Salesiani, e alle 18.30 nella Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Di Giordani si ricorda soprattutto l’attività nell’oratorio salesiano di Sant’Agostino, come educatore nello stile di Don Bosco. Un laico impegnato che ha anticipato profeticamente la presenza del laicato promossa dal Concilio Vaticano II.
L’oratorio come scuola di vita
Giordani nacque a Milano il 3 febbraio 1913 in una famiglia semplice e unita, di profonde convinzioni religiose. Dopo le elementari si iscrisse alla scuola tecnica, iniziò a lavorare a 16 anni e – ormai adulto – fu assunto alla Pirelli. La sua vera scuola fu però l’oratorio parrocchiale di Sant’Agostino retto dai Salesiani, grazie ai quali conobbe Don Bosco e ne acquistò lo spirito: animatore geniale e catechista preparatissimo, si contraddistinse sempre per la vivacità educativa e il valore della sua testimonianza.
Chiamato nel 1934 al servizio militare, durante la guerra fu impegnato sul fronte greco-albanese e in Francia. Si era intanto fidanzato con Noemi Davanzo, conosciuta in oratorio e impegnata nel servizio educativo, a cui lo legò una profonda comunanza di intenti. Il 6 maggio 1944 si sposarono e dalla loro unione nacquero Piergiorgio, Maria Grazia e Paola. Giordani fu marito e padre presente, ricco di grande fede e serenità, in una voluta austerità e povertà evangelica a vantaggio dei più bisognosi.
In missione
Aderente all’Azione Cattolica, nel 1957 entrò a far parte dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori. Nel 1962 un primo infarto lo costrinse a una lunga convalescenza, ma non ne frenò l’impegno apostolico e lo slancio missionario. Alla soglia dei sessant’anni, infatti, decise di condividere con la moglie l’esperienza dei figli per un periodo di volontariato missionario in Brasile con l’Operazione Mato Grosso.
Più volte aveva detto: «La morte ci deve trovare vivi». Il 18 dicembre 1972, a Campo Grande (Brasile), nel corso di una riunione fu stroncato da un nuovo infarto. La sua salma, trasportata in Italia, riposa ora nella Basilica di Sant’Agostino a lui tanto cara. La causa di beatificazione l’ha per ora portato al titolo di Venerabile.
«Attilio veglierà su di te»
«Quasi ogni mattina, attraversando la Basilica di Sant’Agostino per aprire le porte d’ingresso, non manco di fare un salutino al “Gior-datt”, come si era auto-soprannominato negli anni del servizio militare il Venerabile Attilio – scrive don Virginio Fossati, parroco di Sant’Agostino, nell’editoriale del bollettino parrocchiale -. Forse potrà sembrarvi strano, ma da quando sono stato nominato parroco qui a Sant’Agostino ho preso ad affezionarmi a lui. In quei primi giorni del mio servizio, preoccupato per il futuro e per la mole di lavoro, mi consultai con il mio padre spirituale comunicandogli le mie ansie. Lui mi disse: “Non darti pena. Attilio veglierà su di te”. Lo sperimento quotidianamente».
Dopo la Messa celebrata dall’Arcivescovo, in parrocchia sarà inaugurata una mostra. Altri eventi in ricordo di Giordani (vedi qui la locandina) sono in programma il 29 gennaio (una rappresentazione teatrale, alle 15.30 nel Teatro Sales), il 14 marzo (la Scuola genitori sulla spiritualità coniugale dei Giordani, alle 18.45 nell’Auditorium Don Bosco) e il 26 marzo (un convegno degli ex allievi e amici in oratorio). La parrocchia ha promosso anche la pubblicazione di un opuscolo su Giordani, edito da Velar.