A settembre partirà un progetto per offrire agli adolescenti uno spazio informale gratuito e inclusivo, per creare coesione sociale, combattere la marginalità e dare una risposta all’emergenza educativa

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Gli oratori della Comunità pastorale Beata Vergine del Carmelo, comprendente le parrocchie di Appiano Gentile, Oltrona San Mamette e Veniano aprono una nuova strada educativa per tutto il territorio per combattere l’emergenza educativa in atto che coinvolge soprattutto la fascia degli adolescenti.

«Ci stiamo accorgendo che ci vuole un nuovo passo in sinergia con il tempo presente, un passo che vada oltre a quello che già viviamo, una alleanza educativa tra tutti i componenti delle nostre realtà che hanno a cuore il futuro e il bene dei nostri ragazzi», dice don Matteo Moda, responsabile della Pastorale Giovanile della comunità.

Ed ecco la proposta sulla quale la comunità ragiona da un anno. A partire dal mese di settembre, nell’oratorio di Appiano Gentile, nei pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18 si aprirà uno spazio gratuito per gli adolescenti, coordinato da Luca Bolzonella, educatore della cooperativa Pepita. «Quello che ci piacerebbe offrire è un luogo che possa essere innanzitutto un punto di ritrovo per i ragazzi, gratuito e aperto a tutti – spiega Bolzonella -. I pomeriggi dei ragazzi saranno strutturati su due spazi principali. Uno sarà dedicato allo studio e ai compiti, nel quale i ragazzi potranno studiare con tranquillità aiutandosi a vicenda. Il secondo spazio invece sarà più informale e sarà dedicato alla relazione e al gioco».

Gli adolescenti della Comunità

Il progetto che si avvia, però, si pone l’obiettivo di abbattere il muro generazionale tra adulti e giovani, ponendo al centro l’ascolto e l’accompagnamento: «Ci sarà bisogno di adulti che, sia per l’accompagnamento nello studio, sia per i loro talenti, si mettano accanto ai nostri ragazzi, non proponendo, ma anzitutto ascoltando e vivendo con loro – spiega don Matteo -. Tra questi avremo anche figure professionali che ci aiuteranno, tra cui una pedagogista e una psicologa, che aprirà apposta per i ragazzi uno sportello gratuito. Inoltre la cooperativa Intrecci fornirà un supporto nella formazione dei volontari e nell’accompagnare la comunità ad accogliere ragazzi e ragazze con disabilità, rendendo così questo spazio veramente inclusivo».

Il progetto che si avvia ad Appiano ha confini che vanno oltre i tre comuni della Comunità pastorale, che si sono dimostrati interessati a sostenere la nuova proposta educativa. «Non sarà un progetto solo di Appiano, ma del territorio che va oltre i tre Comuni della nostra Comunità pastorale – conferma don Matteo -. Già da ora stiamo collaborando con le parrocchie del decanato, perché la positività di questa azione educativa trovi una accoglienza sempre più larga, corrispondente alla vita e alle relazioni che vivono i ragazzi».

Don Matteo Moda e Luca Bolzonella

«Capiremo strada facendo insieme ai ragazzi quello che desidereranno e partiremo sempre dalle loro idee e dai loro sogni per dare una forma ancora più ampia a questo progetto – aggiunge Bolzonella -. Per questo motivo uno dei primi passi che abbiamo già fatto è stato quello di proporre ai ragazzi un logo contest per scegliere un nome e un logo per concretizzare ufficialmente il progetto. Crediamo che questa sia la strada giusta: offrire ai ragazzi uno spazio per stare insieme, senza pretendere nulla in cambio, ma semplicemente offrendo loro un’opportunità di crescita e di condivisione».

Lo stile educativo di questo spazio vuole coinvolgere, inoltre, anche i ragazzi delle medie. «Per i ragazzi delle medie – dice don Matteo – apriremo uno spazio di cortile informale nella giornata del venerdì, giorno della catechesi. Il nostro agire sarà sul territorio con il desiderio di avviare collaborazioni con tutte le realtà sportive della città e le associazioni che hanno a cuore la crescita dei ragazzi. Confido nella generosità della comunità. Diverse potranno essere le forme di sostegno, dal donare il proprio tempo e competenze, al sostegno economico e materiale dei progetti, ma con un unico fine: vedere crescere il seme di un futuro capace di una coscienza creativa che valorizzi l’uomo per il dono che è».

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