Attenzione alla garanzia delle forniture, alla solidità del fornitore, al contenimento dei consumi e all’utilizzo ottimale degli spazi: così nel luglio scorso il Gad invitava a una gestione più oculata per ridurre i costi
di Luisa
BOVE
È del 22 luglio scorso la lettera inviata ai parroci per invitarli a farsi «supportare dal Gad in questo futuro dall’orizzonte incerto, per chi non lo avesse già fatto».
Nelle ultime settimane la situazione – già critica – è pure peggiorata e gli scenari internazionali non sono affatto rassicuranti. «Nell’anno in corso – scriveva Daniele Ferrari del Gad – le nostre realtà hanno già subito un incremento dei costi particolarmente rilevante». A maggior ragione, di fronte alla persistente crisi energetica, l’invito alle parrocchie è quello di prestare grande attenzione ad alcuni fattori: garanzia delle forniture, solidità finanziaria della società fornitrice, contenimento dei consumi e ottimizzazione nell’utilizzo degli spazi.
Una bussola per orientarsi nel mercato
Non è certo facile districarsi nel complesso mercato dell’energia, dove basta poco per lasciarsi abbagliare dal miglior offerente, che potrebbe però non garantire prezzi calmierati nel tempo e continuità di fornitura. Chi ha il polso della situazione e potere contrattuale è proprio il Gad che attraverso il numero sempre più elevato di adesioni da parte delle realtà ecclesiali (parrocchie e non) riesce a ottenere contratti migliori con i fornitori con i quali collabora.
«A diverse realtà (da fornitori non gestiti dal Gad) – si legge ancora nella lettera – sono giunte e stanno giungendo comunicazioni di modifica unilaterale del contratto, non potendo più le società garantire le forniture e i contratti alle condizioni precedentemente concordate, in diversi casi anche la comunicazione di interruzione del servizio per la prossima stagione calorifica».
Questi fatti rendono ancora più urgente per i parroci e i Consigli per gli affari economici affrontare la situazione, affidandosi a un servizio come quello del Gad, e unendo le forze, a maggior ragione se si parla di unità e comunità pastorale. Per le parrocchie risparmiare anche poche migliaia di euro fa davvero la differenza e significa destinare quelle risorse ad altri scopi. Magari anche a pagare qualche bolletta ai meno abbienti.
«Certi comunque delle diverse considerazioni che avrete già attivato sia in corso d’anno che in previsioni future – continua Ferrari -. non possiamo che invitare a una gestione maggiormente oculata degli spazi e della gestione degli impianti».
Non sarà la panacea, ma aiuta il bilancio parrocchiale.
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