Così i volontari dell’Onos (associazione che riunisce i servizi assistenziali parrocchiali del Decanato Forlanini) si rendono vicini alle persone anziane e fragili del quartiere: «Hanno bisogno di persone di cui fidarsi e noi cerchiamo di rassicurarli», spiega Giorgio Sarto
di Claudio
URBANO
«Una telefonata allunga la vita», recitava lo slogan di una famosa pubblicità. In fondo, come nello spot in tv, anche nelle nostre città si tratta sempre di contrastare la solitudine, e in questi giorni di grande allerta per il Coronavirus aspetteranno qualche telefonata in più soprattutto gli anziani, a maggior ragione dopo la raccomandazione delle istituzioni di spostarsi il meno possibile.
Nel quartiere delle Case Bianche di via Salomone (i palazzi popolari nella periferia Est di Milano visitati anche dal Papa nella sua giornata a Milano di tre anni fa), l’organizzazione per non lasciare solo chi è più avanti negli anni si è già messa in moto. Lo conferma Giorgio Sarto, responsabile dei Servizi di Prossimità dell’associazione Onos, che raggruppa le attività di assistenza delle parrocchie del decanato Forlanini. Insieme ai custodi sociali del Comune, i volontari stanno già intensificando in questi giorni le telefonate. Non solo ai più anziani, che in questi giorni devono rinunciare al consueto ritrovo pomeridiano nello “Spazio Anziani Salomone”, ma anche a tutti gli altri in condizioni di fragilità, a partire da chi non si può muovere o, per esempio, dagli utenti dei centri di ascolto. «Non vedo tra gli anziani un’eccessiva preoccupazione», spiega Sarto proprio mentre sta andando a pagare la bolletta di uno degli assistiti. In questo, continua Sarto, ad aiutare gli anziani è forse soprattutto il loro «spirito di conservazione», che non gli fa cambiare troppo le abitudini quotidiane. Certo c’è la domanda su «quanto durerà questa situazione», e anche il bisogno, per chi non ha piena autonomia, di sapere che i servizi sociali e il volontariato continueranno comunque a garantire l’assistenza e la vicinanza di prima.
Ma l’esigenza delle fasce più deboli «non è soltanto avere la spesa a casa – sottolinea Sarto -, quanto piuttosto quella di avere figure di cui fidarsi, con cui potersi salutare e a cui poter chiedere qualche consiglio. Attraverso la tv gli anziani ricevono moltissime informazioni, anche con il rischio di sentire tutto e il contrario di tutto ed essere un po’ disorientati». Per questo è importante la comunicazione diretta: «Noi cerchiamo di essere rassicuranti, invitando a non allarmarsi ma neanche a sottovalutare la situazione».
Un compito a cui i volontari di Onos – che nel quartiere Forlanini seguono circa cento persone – possono rispondere proprio grazie all’impegno già messo in campo, in situazioni più ordinarie, in questi anni. «È una grossa responsabilità – confida Sarto -. Agli anziani dobbiamo innanzitutto far capire che ci siamo, cosicché, ciascuno per la propria parte e le proprie responsabilità, possa poi dare le risposte adeguate a questa situazione».