Il documentario racconta la storia delle Parrocchie ortodosse del Patriarcato di Mosca in Lombardia e Canton Ticino: presentato al Festival Internazionale del Cinema di Mosca nel 2020, è ora offerto in versione sottotitolata in italiano. Alla serata presente l'Arcivescovo: «La tradizione orientale aiuta a intuire la dimensione di mistero della azione pastorale»
di Annamaria
BRACCINI
Un bel film, ricco di suggestione, di talento e di una trama narrativa utile alla conoscenza reciproca tra Chiese. È il documentario Pastori, presentato in prima europea presso la Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana, dopo aver già riscosso il plauso al Festival Internazionale del Cinema di Mosca 2020.
Offerta, adesso, in versione sottotitolata in italiano, la pellicola racconta la storia e la vita delle Parrocchie prtodosse del Patriarcato di Mosca in Lombardia e nel Canton Ticino. Da notare che l’evento si è significativamente inserito in un convegno dedicato alla figura di sant’Aleksandr Nevskij, a cui ha partecipato il metropolita esarca patriarcale per l’Europa occidentale del Patriarcato, l’arcivescovo Antonij, e che stasera, a Pavia, una Sacra liturgia verrà presieduta dal metropolita e Ordinario castrense dello stesso Patriarcato per l’Ucraina, l’arcivescovo Agostino.
Così la presentazione – a cura della Classe di Slavistica dell’Accademia ambrosiana con la presenza del regista Andrej Andreev e di alcuni protagonisti del docufilm – è stata un’occasione particolarmente interessante, non solo per assistere alla proiezione, svoltasi presso la Sala Galbiati dell’Ambrosiana con una notevole partecipazione di pubblico, ma anche per sottolineare i fecondi rapporti ecumenici che legano la Chiesa di Milano alla Comunità russa, ormai diffusa nelle terre ambrosiane e, specie, a Milano, come è stato ricordato dall’Arcivescovo, a conclusione della serata. È, infatti, da molti anni, che il Patriarcato, con l’archimandrita padre Amvrosij Makar – presente all’incontro, cosi come il vicario episcopale di settore, monsignor Luca Bressan, monsignor Francesco Braschi, direttore della Classe di Slavistica, membro consultore del Pontificio Consiglio per le Chiese Orientali e il responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e Dialogo della Diocesi, il diacono permanente Roberto Pagani – è parte integrante del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano. Ma – ed è l’aspetto più consolante – oltre alla comune partecipazione a questo organismo sempre più si va sviluppando una vera amicizia tra le comunità cristiane e tra i loro Pastori. Un’amicizia fatta di condivisione delle gioie e dei dolori, come avviene tra fratelli, e che in questi giorni vede uniti nella preghiera e nel cordoglio per la repentina e tragica scomparsa di padre Stefan Palikarov, parroco della Parrocchia ortodossa del Patriarcato bulgaro a Milano, deceduto a Sofia a 39 anni a causa del Covid19. «Padre Stefan, un sacerdote amabile, mite, sinceramente impegnato nella collaborazione tra le Chiese e che ha mostrato un modo di vivere il Ministero profondamente radicato nella tradizione orientale», come ricorda chi l’ha conosciuto.
«Il tema di questo film – ha detto l’Arcivescovo – mi interessa molto perché parla del Ministero dei Pastori e della comunione nella Chiesa. La nostra tradizione occidentale, milanese, italiana troppo spesso riduce questo tema del Ministero del prete, del vescovo, a un insieme di cose da fare, di impegni, di iniziative. È importante, invece, conoscere il valore della tradizione orientale, della sapienza russa e di tutte le altre comunità di Oriente, per intuire e conoscere la dimensione di mistero della azione pastorale. L’azione misterica del Ministero significa vedere il servizio che il prete, il vescovo, rende alla comunità dentro l’opera di divinizzazione che il Mistero compie. È questa visione del Ministero, inserito nel mistero della Santissima Trinità, che invita noi a essere figli nel Figlio, che aiuta a trovare pace e a trovare una speranza invincibile anche quando si ha l’impressione di una scarsa risposta alla proposta pastorale».