I disagi esistenziali preesistenti alla pandemia e da essi aggravati al centro del convegno in programma nella mattinata di sabato 28 maggio a Milano, rivolto ai responsabili dei diversi doposcuola operanti sul territorio della diocesi
di Paolo
BRIVIO
Dove eravamo rimasti? Alla preoccupazione per gli “Adolescenti dispersi”. Che la pandemia non ha dissolto. Semmai pesantemente inasprito.
Peggioramento delle condizioni di apprendimento dei ragazzi, serviti e nello stesso tempo passivizzati dalla didattica a distanza. Accentuazione del cosiddetto learning loss, ossia la perdita di conoscenza legata a una scarsa fruizione scolastica. Come conseguenza di tutto ciò, irrobustimento dei tassi di dispersione scolastica. Senza contare l’accresciuta difficoltà nelle relazioni interpersonali. Origine di sempre più diffusi disagi e fatiche, anche di natura psichiatrica, registrati da tutti i servizi di supporto psicologico, inclusi quelli di matrice ecclesiale. Il panorama dei malesseri degli adolescenti si presenta così, in tumultuosa espansione. Dinamica attiva da tempo, che l’onda di piena del Covid ha trasformato in emergenza sociale. Ancorché sommersa.
Incrementare i numeri
Per misurarsi con il pianeta degli “Adolescenti dispersi” – e con progetti che possono essere attivati e rafforzati per costruire con loro percorsi di orientamento, consolidamento delle competenze, protagonismo, in definitiva benessere – Caritas Ambrosiana rispolvera il titolo utilizzato nel novembre 2019, sigillo di un convegno i cui contenuti verranno riproposti, aggiornati e approfonditi da un nuovo appuntamento, in programma la mattina di sabato 28 maggio.
Nella sede dell’organismo diocesano, in via San Bernardino 4 a Milano, si confronteranno Claudia Alberico (Fondazione Don Silvano Caccia – Consultori famigliari), padre Eugenio Brambilla (Caritas città di Milano – Scuola popolare Fondazione Sicomoro) e Mario Lenelli (Comunità Nuova), ma soprattutto avranno l’opportunità di riflettere e dialogare i responsabili dei tanti doposcuola operanti in diocesi, che Caritas coordina e che possono costituire, convincendosi della necessità di prolungare le proprie attenzioni a ragazzi oltre la soglia dei 14 anni, un avamposto incisivo nell’impervio territorio del disagio adolescenziale.
Estendere la platea dei beneficiari dei doposcuola, per coprire almeno il periodo dell’obbligo scolastico (fissato oggi a 16 anni), se non addirittura l’intero ciclo delle scuole superiori: è l’invito che scaturirà dal convegno. Invito al quale, in realtà, diversi doposcuola sembrano essersi già conformati: Caritas Ambrosiana sta aggiornando la mappatura dei doposcuola diocesani (nel 2014 Ipsos ne aveva rilevati 301), e ha appurato che in 39 casi essi sono rivolti anche ad adolescenti. Dunque il percorso si può intraprendere. Magari con fatica. Ma sapendo che punta dritto alla speranza.
Segnalazioni per partecipazione (libera) al convegno: doposcuola@caritasambrosiana.it