In controtendenza rispetto ai dati generali, sono circa 6000 i parti annui nella Clinica che martedì 21 dicembre accoglie l’Arcivescovo per la tradizionale visita e celebrazione natalizia. Ne parla il cappellano don Marco Gianola

di Annamaria Braccini

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Come tradizione ormai consolidata nei giorni precedenti il Natale, martedì 21 dicembre torna la visita dell’Arcivescovo alla Clinica Mangiagalli, con la celebrazione eucaristica in cappella. Don Marco Gianola – cappellano della Clinica inserita nella Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, e che vive al suo interno – descrive il “clima” che si respira nella struttura, insieme storica e all’avanguardia, dove nascono migliaia di bimbi l’anno: «Certamente i problemi della pandemia persistono, ma l’atteggiamento, il modo, i sentimenti con cui viviamo questi giorni sono diversi rispetto all’anno scorso. Abbiamo molta positività, vediamo concreti miglioramenti, anzitutto riguardo l’aspetto clinico delle degenze e delle partorienti, come pure nella serenità del personale sanitario, che sta tornando alla normalità del servizio. È un Natale diverso rispetto al 2020, anche solo guardando alla preparazione degli ambienti, con l’allestimento del presepe e dell’albero di Natale: tutti i reparti si sono attivati per questo».

Ci sarà anche la Messa con l’Arcivescovo, un momento sempre molto atteso…
La tradizione della visita e della benedizione natalizia è legata per noi anche alla festa dei Santi Martiri Innocenti (28 dicembre), a cui è dedicata la chiesetta della Mangiagalli: un appuntamento al quale l’Arcivescovo tiene molto, essendo anche il parroco del Policlinico.

Come si svolgerà la visita?
La celebrazione, a cui inviteremo il personale sanitario e qualche paziente nel rispetto delle norme antiCovid, sarà alle 11. Poi, l’Arcivescovo porterà il suo saluto e la benedizione nel reparto della Pneumologia, in uno dei padiglioni del Policlinico appena ristrutturato e riaperto proprio in questi giorni, dove sono ospiti i giovani malati di fibrosi cistica.

Don Marco Gianola

Don Marco Gianola

A causa della pandemia si parla di un peggioramento del gelo demografico, già grave. Lo si registra anche in Mangiagalli?
La cosa che mi stupisce, rispetto alle notizie di un calo drastico delle nascite in Italia, è che da noi il trend è in risalita: abbiamo più nascite rispetto ad anni precedenti. Arriviamo a circa 6000 parti annui, mentre negli anni scorsi non si arrivava a questa cifra. Senza dubbio occorre considerare che la Clinica attira pazienti anche da fuori Milano, essendo molto specializzata, a livello nazionale, nelle patologie della gravidanza

Come vive il cappellano all’interno di un polo così importante, in un momento in cui la Diocesi sta promuovendo cammini di formazione per quanti, a diverso titolo, sono impegnati nelle realtà della cura?
Ho la fortuna e la passione di vivere qui. Essendomi specializzato in bioetica, la direzione del Policlinico mi ha chiesto l’insegnamento, rivolto ai nuovi assunti dell’Ospedale, per quanto riguarda l’etica professionale e la bioetica: quindi, c’è anche un rapporto bello, di confronto tra la cosiddetta bioetica cristiana e quella laica. Sarà un’opportunità preziosa, per noi sacerdoti e come Chiesa, essere presenti in un ambiente laico e riflettere su certe scelte, mettendo in primo piano il pensiero del Vangelo e della Chiesa relativamente ai temi etici, al di là del credo religioso di ciascuno e con tutto il rispetto per le reciproche differenze.

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