Don Marco Oneta, parroco di San Biagio e preside all’istituto professionale Ecfop, motiva la scelta di preferire alla Messa natalizia una celebrazione diversa, «che è comunque una funzione cristiana cattolica»
di Filippo MAGNI
«La celebrazione natalizia della nostra scuola dice che Natale è il giorno in cui nasce Gesù Cristo. Leggiamo brani del Vangelo, come l’Annunciazione. È una funzione cristiana cattolica che si sviluppa con la lettura della Parola e canti natalizi, dato che la nostra scuola è un ente cattolico. Ripeto: presiedo una celebrazione cristiana cattolica. Non ecumenica, non interreligiosa». Né, tantomeno, annacquata per presunte delicatezze nei confronti di chi non si dice cristiano.
Don Marco Oneta non si spiega la polemica sollevata dalla scelta di non celebrare per Natale la Santa Messa, all’istituto professionale Ecfop di Monza, preferendo un diverso tipo di funzione. O meglio, la giustifica sulla scia del clamore mediatico sollevato sul tema. «È una decisione presa due anni fa – chiarisce il sacerdote, preside di diritto dell’Istituto in quanto parroco di San Biagio – quando nel 2013 abbiamo percepito una particolare fatica dei ragazzi nei confronti dell’Eucaristia».
Il 90% degli studenti, afferma, «o non è cristiano, o non è cattolico, o si dice lontano, se non addirittura ostile, dalla pratica religiosa. Le famiglie scelgono la nostra scuola per il suo riconosciuto livello di insegnamento». L’obiettivo quindi è diventato, già dal 2014, «aiutare i ragazzi a incontrare il fatto cristiano nei modi che sono più opportuni nel loro momento di vita». La Messa, «che è la più alta forma di celebrazione cristiana, faticava evidentemente a coinvolgerli. Abbiamo così pensato a forme celebrative, ribadisco cristiane, più rispondenti ai ragazzi che abbiamo davanti».
L’atteggiamento dell’istituto, aggiunge, «non tende assolutamente a nascondere nulla della religione. Stamattina, per citare l’esempio più recente, ero in una classe quarta a spiegare il Giubileo a partire dalla parabola evangelica del Samaritano». A Pasqua, la scuola propone momenti di preghiera o la Via crucis. «E sono molto partecipate, così come la preghiera di Natale cui prendono parte tutti, anche gli alunni di altre religioni».