In vista del viaggio di papa Francesco in Congo e Sud Sudan (31 gennaio - 5 febbraio), lanciata una campagna di raccolta fondi e sensibilizzazione che durerà fino alla Quaresima
Da oltre un anno una drammatica crisi alimentare sta colpendo l’Africa orientale e altre regioni del continente: una crisi nata dall’effetto combinato di guerre, siccità, alluvioni, aumento dei prezzi, conseguenze durature del Covid-19, aggravata dall’impatto globale della guerra in Ucraina.
In Africa orientale si stima che siano circa 50 milioni le persone colpite dalla crisi e in alcune aree oltre 300 mila quelle in condizioni di carestia estrema con decine di morti per fame al giorno.
In Africa ci sono milioni di uomini, donne, bambini che subiscono pesantemente gli effetti di conflitti dimenticati, interessi economici e geostrategici esterni e del cambiamento climatico di cui non sono responsabili. Un’ingiustizia globale aggravata dalla disattenzione dei media e dei governi di tutto il mondo, con i piani di aiuto umanitario ampiamente sotto finanziati. Sono le ingiustizie che producono la fame.
La rete Caritas è impegnata da mesi a sostenere le popolazioni colpite dalla fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, Kenya, Burkina Faso, Mali, Niger e Repubblica Democratica del Congo con interventi per fornire un aiuto immediato soprattutto alle categorie più vulnerabili. Ma questo non basta. Occorre agire alla radice per rimuovere le cause strutturali che a livello globale persistono e si aggravano e far cessare le guerre che feriscono il continente e il mondo intero.
Caritas Italiana ha ideato la campagna «Africa, fame di giustizia», per agire ora. E per agire c’è bisogno della consapevolezza, dell’aiuto, del cambiamento da parte di tutti.
Consapevolezza
Ecco cosa si può fare.
Leggere il dossier di approfondimento «Africa, fame di giustizia» e informarsi tramite canali alternativi ai grandi media su ciò che accade in Africa e nel Sud globale.
Approfondire il tema del diritto al cibo e quelli a esso collegati: i conflitti, il cambiamento climatico, il debito, l’accesso alla terra e all’acqua, le spese militari, il commercio internazionale, le migrazioni, ma anche le campagne e l’impegno dei movimenti della società civile. Qui alcuni strumenti da cui partire.
Informarsi sulle realtà impegnate su questi temi nel proprio territorio.
Aiuto
Ecco cosa si può fare.
Fare una donazione e sostenere i programmi per rispondere non solo all’emergenza della crisi alimentare, ma anche per aiutare le comunità a uscire dall’emergenza e a autodeterminarsi. La donazione è un gesto di condivisione con le vittime delle ingiustizie: «Non sia dato per carità ciò che è dovuto per giustizia».
Sostenere i movimenti, le organizzazioni, le campagne per promuovere il diritto al cibo, la sovranità alimentare e tutte quelle politiche che incidono su di essi come la pace e il disarmo, l’istruzione, la sanità, il lavoro dignitoso, l’accesso alla terra e all’acqua, la regolazione dei mercati, i sistemi di governance globale.
Coinvolgere su questi temi gli amici, la famiglia, la parrocchia, la scuola, gruppi, ecc, organizzando iniziative di sensibilizzazione, raccolta fondi, appello ai politici a partire dai rappresentanti del proprio territorio.
Sostenere la campagna «Africa, fame di giustizia»: scaricare e utilizzare per i social le copertine Facebook e Twitter con lo slogan della campagna; seguire e rilanciare i post dei canali social di Caritas Italiana.
Cambiamento
Consumare, investire, produrre in modo responsabile adottando criteri di giustizia e di sostenibilità, significa incidere dal basso nel cambiamento dei meccanismi che generano disuguaglianza e degrado. Proviamo a riflettere su alcuni cambiamenti possibili nei nostri stili di vita:
Ecco cosa si può fare.
Cibo: diminuire il consumo di carne, scegliere cibi e prodotti biologici da filiera corta e non ultraprocessati, sostenere il commercio equo e solidale, ridurre gli sprechi.
Consumi: limitare il consumo di energia a casa, al lavoro, nei trasporti; comprare solo ciò che serve scegliendo in base anche a dove e come quel bene è stato prodotto, preferendo ciò che rispetta i diritti umani e l’ambiente lungo tutta la filiera.
Ambiente: ridurre la produzione di rifiuti, promuovere un uso responsabile dell’acqua come bene pubblico, tutelare la biodiversità, sostenere le energie rinnovabili.
Risparmi: informarsi sulla destinazione degli investimenti della banca a cui si affidano i risparmi, chiedere trasparenza, scegliere le banche più attente a investimenti responsabili sul piano sociale e ambientale.
Relazioni: promuovere una cultura di pace e condivisione nelle relazioni quotidiane affrontando i conflitti in modo nonviolento, dedicando tempo agli altri, attuando forme di condivisione dei beni.
La sfida è quella di vivere questa corresponsabilità in modo comunitario e non solo individuale. La fame in Africa può essere un’occasione preziosa per promuovere esperienze come i gruppi di acquisto solidale, i bilanci di giustizia, le comunità energetiche o altre iniziative da inventare che consentano di poter vivere personalmente, comunitariamente e quotidianamente scelte di giustizia.
Info: tel. 06.66177247; africa@caritas.it
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