Alberto Melzi, responsabile diocesano della proposta Ac per la terza età, illustra le iniziative intraprese in questo periodo: dall’unione in preghiera alla formazione al digitale

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Alberto Melzi

«Cari nonni, continuate a regalarci “sogni di giustizia, di pace e di solidarietà” che ci aiutino a progettare il mondo di domani; la vostra memoria sia la solida base su cui costruire il futuro e la vostra preghiera ci accompagni sempre sulle strade della vita. Vi vogliamo bene!». I ragazzi, i giovani e gli adulti dell’Azione cattolica ambrosiana nei giorni scorsi hanno distribuito agli anziani dell’associazione un cartoncino con questo messaggio. «È stato il nostro modo per festeggiare la Giornata dei nonni – spiega Alberto Melzi, 71 anni, responsabile diocesano degli “Adulti più”, la proposta formativa dell’Ac milanese per la terza età -. Innanzitutto, abbiamo voluto farci vicini ai soci che hanno qualche problema di salute e faticano a partecipare alle iniziative: vogliamo dire loro che si può essere sempre di Azione cattolica. Del resto, è ciò che dice anche il Papa nel suo messaggio: “Non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo”».

Lo sa bene lo stesso Melzi, che non è ancora nonno, ma ammette che da quanto ha terminato il lavoro, dieci anni fa, per lui si è aperta una nuova stagione della vita, fatta di più tempo a disposizione a servizio della Chiesa. Ma non è solo questione di “fare”. «Come Ac insistiamo soprattutto sull’aspetto formativo. Inoltre proponiamo a tutti gli anziani di prendere parte all’“Adoro il lunedì”, la preghiera che l’Ac di tutt’Italia tiene in vari modi il primo giorno feriale della settimana. Anche agli anziani infermi, che faticano a uscire di casa, proponiamo di unirsi in preghiera. È il più grande sostegno che si possa dare alla missione dell’associazione e della Chiesa».

«La solitudine degli anziani, in particolare in questo tempo di pandemia, è un tema che emerge con forza nel messaggio del Papa – spiega ancora Melzi -. Come Ac abbiamo cercato di non perdere i collegamenti con nessuno dei nostri “adulti più”. Le nuove tecnologie si sono rivelate una risorsa e il successo è andato oltre le aspettative. Con pazienza i responsabili hanno insegnato come collegarsi, come usare tutte le potenzialità di strumenti che la maggior parte dei nostri soci già avevano, ma non sapevano come sfruttare. E per chi proprio non aveva modo di connettersi, non sono mancate telefonate e visite».

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