Il giornalista e scrittore è morto a Milano a 95 anni. Amico di Piero Gheddo e Marcello Candia, raccontò l’impegno della Chiesa “ad gentes” in molti libri, i cui protagonisti erano suoi «compagni di viaggio», come scrive l'Arcivescovo in un messaggio

Giorgio Torelli (dal sito del Centro Culturale di Milano)
Giorgio Torelli (dal sito del Centro Culturale di Milano)

Si celebrano oggi nella parrocchia di San Giovanni in Laterano a Milano i funerali di Giorgio Torelli, giornalista e scrittore scomparso giovedì 6 aprile, a 95 anni, nella sua casa in città.

Nato a Parma nel 1928, Torelli intraprese studi di medicina che poi abbandonò per dedicarsi al giornalismo: le prime collaborazioni furono con La Gazzetta di Parma e La Notte, a cui seguirono i rapporti con Candido ed Epoca. Fu tra i fondatori de il Giornale nuovo diretto da Indro Montanelli, di cui divenne inviato, e collaborò a lungo con Avvenire.

Tra i numerosi libri scritti da Torelli – nei quali la sua poliedrica cultura si fondeva a un’intensa fede cristiana – si ricordano in particolare quelli dedicati al mondo missionario, nel quale strinse profonde amicizie con padre Piero Gheddo e il Venerabile Marcello Candia. «Giorgio è stato un giornalista cattolico, dove cattolico valeva più di giornalista, che per sessant’anni e più ha cercato e scritto solo notizie buone», ricorda don Samuele Pinna, che con lui ha scritto il libro intervista Cacciatore di buone nuove. Giorgio Torelli giornalista a modo suo, che con lui stava ultimando un volume su Candia e che da lui è stato incaricato di presiedere il funerale.

«L’ho conosciuto e stimato in modo particolare per il suo modo di scrivere di santi e di peccatori, di tragedie e d’incanti, di compassione e di passione – scrive l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, nel messaggio di cordoglio inviato a familiari e conoscenti -. Le sue pagine hanno raccontato che le persone e le vicende di cui si parla non sono mai solo un argomento, ma sempre degli interlocutori, dei compagni di viaggio». «Ora il viaggio di Torelli è arrivato a destinazione e ritrova i suoi compagni di viaggio per condividere la gioia di Dio – conclude l’Arcivescovo -. E noi, ancora in cammino, chiediamo a Torelli di continuare a ispirarci passione e compassione».

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