Nel rispetto delle norme sanitarie, una modalità che ha consentito a tutti i parrocchiani di partecipare, con la sacra rappresentazione in chiesa trasmessa in streaming da una camera fissa affiancata da smartphone collegati via Wi-Fi. Non uno spettacolo, ma un vero e proprio momento comunitario di preghiera

di don Luca FOSSATI
Collaboratore Ufficio Comunicazioni Sociali

presepe vivente Verano Brianza

In molte comunità è tradizionale lo svolgimento di presepi viventi e di momenti specifici di preghiera durante il periodo natalizio o nel giorno della solennità dell’Epifania. In questo periodo ovviamente sarebbe stato impensabile poter svolgere questi eventi nella modalità consuete, con ampio concorso di popolo. La comunità di Verano Brianza, però, non ha voluto rinunciare alla possibilità di offrire un momento di sosta davanti al presepe che potesse trasformarsi in un’occasione di preghiera, seppure parzialmente a distanza.

Normalmente il presepe vivente si svolgeva all’aperto, con la rappresentazione dei diversi momenti del mistero dell’incarnazione. Il coinvolgimento da parte degli organizzatori, negli scorsi anni, è sempre stato ampio, con circa un centinaio di figuranti a cui si aggiungono tutti gli altri collaboratori. Ma anche la partecipazione dei parrocchiani è sempre stata elevata, arrivando in qualche occasione a contare un migliaio di presenze. Quest’anno, nell’osservanza delle norme sanitarie, si è studiata una modalità che consentisse a tutti i parrocchiani di poter partecipare.

Come luogo si è scelta la chiesa parrocchiale, sia perché si trattava di un momento di preghiera guidato, sia perché era già presente la regia con una camera fissa, utilizzata quotidianamente per la trasmissione in streaming delle celebrazioni liturgiche sul canale YouTube. La specificità di questo momento di preghiera però richiedeva qualche integrazione, anche tecnica. Infatti a questa regia sono state aggiunte delle ulteriori camere realizzate tramite alcuni smartphone collegati via Wi-Fi. In questo modo è stato possibile sfruttare anche angolazioni di ripresa differenti e cogliere le diverse ambientazioni ricreate. Le altre scene, infatti, erano collocate all’ingresso della chiesa e a metà della navata. Per tutta la realizzazione è stato prezioso il supporto dato dal gruppo giovani che ha curato la regia e la diretta. Non tutti hanno seguito da remoto, ma, nel rispetto dei numeri consentiti, un centinaio di persone hanno partecipato in presenza in Chiesa, mentre più di seicento hanno seguito la diretta streaming.

Gli aspetti vincenti di questa esperienza di pastorale digitale sono stati sicuramente aver scelto un testo semplice, facilmente comprensibile e quindi senza la necessità di aggiungere commenti ulteriori e la capacità di lavorare in squadra dimostrata sia dai figuranti che dai collaboratori tecnici e da chi ha curato gli allestimenti. Non ultimo ha favorito la buona riuscita il clima di silenzio e raccoglimento che ha accompagnato tutta la celebrazione. «Non è stato uno spettacolo al quale assistere  – dice il vicario parrocchiale don Luca Piazzolla -. I fedeli non erano spettatori, ma partecipi a loro modo con l’ascolto, la possibilità di riflettere aiutati dai testi e dalla visibilità molto semplice delle diverse scene”.

Per chi era a casa è stato reso disponibile sul sito web parrocchiale il sussidio per poter seguire la preghiera e i testi. Questa esperienza ancora una volta ci dimostra come, in questo specifico momento, sia importante il rispetto dei protocolli che ci indicano cosa è fattibile, ma soprattutto l’intelligenza che ci spinge a domandarci cosa sia concretamente possibile fare, vincendo la pigrizia e l’immobilismo che ci porterebbe magari a risolvere il tutto con un “pazienza, per quest’anno non si fa nulla…”.

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