Nella parrocchia di Affori, la mattina del 25 dicembre, ragazzi, giovani e adulti dell’oratorio prepareranno il pranzo di Natale da offrire alle persone sole del quartiere, segnalate dalla Caritas
Uno sguardo carico di speranza sul futuro, che metta in evidenza e valorizzi il tanto bene che si compie all’interno della comunità e tra le persone che la compongono. Questa la motivazione alla base del significativo gesto ideato nel seno della parrocchia di Santa Giustina ad Affori, alla periferia di Milano. La mattina del 25 dicembre, ragazzi, giovani e adulti dell’oratorio si impegneranno a preparare il pranzo di Natale da offrire alle persone del quartiere che vivono sole, segnalate dalla Caritas. Alcune famiglie cucineranno direttamente nelle loro case, poi tutti si ritroveranno in oratorio per un momento di condivisione e per curare la distribuzione dei diversi piatti: giovani e adolescenti si divideranno in gruppi e insieme andranno nelle abitazioni dei destinatari, per condividere con loro il pranzo di Natale in amicizia e fraternità.
«Vorremmo entrare in punta di piedi nelle case di queste famiglie bisognose perché solo insieme si può vivere un vero Natale – spiega don Nazario Costante, vicario parrocchiale e responsabile della Pastorale giovanile -. Non è uno spot natalizio, ma un cammino compiuto insieme, coinvolgendo le diverse fasce di età, in una condivisione che trova nell’oratorio un “ponte” per raggiungere gli altri, quasi a voler rendere ancor più concreto come il “farsi prossimo” ci educa a un cuore libero. Quale miglior catechesi esperienziale?».
Un’iniziativa che non nasce nel vuoto, perché già in Avvento l’oratorio si è reso protagonista di alcune esperienze caritative e solidali nei confronti dei più bisognosi. Per esempio i diciottenni, accompagnati da alcuni adulti, si sono recati in piazza San Babila per condividere cibo e momenti di amicizia con gli ultimi, i cosiddetti “invisibili”. I ragazzi delle scuole medie si sono impegnati nella raccolta di regali natalizi per i bambini più poveri, mentre diversi genitori ne hanno acquistati di nuovi. E gli adolescenti hanno partecipato come volontari alla colletta alimentare svoltasi nei diversi centri commerciali.
Tutto questo «non per autoreferenzialità o per metterci in vetrina – spiega ancora il vicario -, ma per lanciare un messaggio di speranza a tante persone che, di fronte a certi avvenimenti, si bloccano e si chiedono se di fronte al male abbia ancora senso credere al bene». Ecco quindi che dall’oratorio (luogo privilegiato di educazione delle nuove generazioni), proprio nel giorno di Natale, parte un gesto piccolo, ma concreto, e un messaggio ben preciso: «Testimoniare che il bene c’è, è più forte del male ed è la comunità che si fa prossima alle diverse periferie esistenziali della nostra società».