Domenica 28 maggio le comunità di cattolici migranti della Diocesi riunite per la Messa con l’Arcivescovo, pranzo e spettacoli nello stile della condivisione. Don Alberto Vitali: «Il messaggio è che lo Spirito rende possibile comprendersi nella diversità»
di Stefania
Cecchetti
Si rinnova come ogni anno nella domenica di Pentecoste l’appuntamento con la Festa delle Genti, che raduna le comunità di cristiani cattolici migranti della Diocesi: filippini e latino-americani (i più numerosi), ma anche cinesi, coreani, srilankesi, eritrei, copti, libanesi, albanesi, polacchi; e poi, rumeni e ucraini di rito latino e di rito bizantino e le comunità di francofoni e di anglofoni.
Quest’anno la Festa si terrà domenica 28 maggio alla Cascina Grande di Rozzano. «Uno spazio molto bello da poco restaurato – spiega don Alberto Vitali, responsabile della Pastorale diocesana dei migranti -, che ci è stato messo a disposizione dal Comune». Il programma prevede alle 10.30 la Messa presieduta dall’Arcivescovo e, a seguire, il pranzo: «Ci saranno 22 gazebo – spiega don Vitali -, uno per ognuna delle comunità presenti, che potranno mettere in comune le specialità del proprio Paese, nello stile della condivisione». Nel pomeriggio, il tradizionale momento di festa, con un palco sul quale le comunità potranno esibirsi con danze e canti (vedi qui la locandina).
Le esperienze
«Quest’anno abbiamo invitato progetti e associazioni che lavorano con noi per raccontarci le loro esperienze – racconta don Vitali -: il progetto “Camminando”, di accompagnamento sociale dei migranti promosso dalla parrocchia dei migranti di Santo Stefano a Milano; l’Agenzia scalabriniana per la cooperazione e lo sviluppo (Ascs) della parrocchia del Carmine; il Servizio accoglienza migranti (Sai) della Caritas e il Servizio donne di Caritas ambrosiana; il settore migranti delle Acli provinciali di Milano; la ong Sole Terre».
Perché a Pentecoste
Don Vitali ricorda anche perché la Festa delle Genti si celebri a proprio a Pentecoste: «Pentecoste è la festa dello Spirito che permette ai popoli di comprendersi nonostante continuino a comunicare ognuno nel proprio idioma. Ovviamente quella della lingua è una metafora: il messaggio è che la vera forma della convivialità non è diventare tutti uguali, lo Spirito rende possibile comprendersi nella diversità. Con Pentecoste si ha la piena realizzazione del progetto originario di Dio, che sembrava essersi frantumato a Babele».
Il punto sul Sinodo minore
La Festa delle Genti cade quest’anno nel quinto anniversario dall’inaugurazione del Sinodo minore «Chiesa dalle genti», come spiega ancora don Vitali: «Da Pentecoste fino al 5 novembre, anniversario della chiusura del Sinodo, avvieremo come Diocesi un percorso di verifica, per vedere quali obiettivi siano stati raggiunti e quali siano invece i ritardi. Tra i progetti avviati, per esempio, c’è la Consulta diocesana dei migranti, che però non è partita in tutte le Zone pastorali allo stesso modo».
Per la prima volta in Zona VII
La Festa, ogni anno, offre anche occasione per riflessioni più generali. Intanto porta l’attenzione sulla zona in cui di volta in volta si svolge. Questa volta Rozzano, una periferia spesso raccontata come difficile: «Portare lì una Festa come questa vuol dire innanzi tutto vedere quello che di bello quella zona ha da offrire: si tratta di un territorio dove è presente una comunità cristiana e una società civile molto vitali. Inoltre siamo nella Zona pastorale VII, dove mai si era celebrata una Festa delle genti e dove c’è una équipe di pastorale dei migranti che ha appena iniziato a lavorare: cercheremo di conoscere e valorizzare il cammino intrapreso».
«Infine – conclude don Vitali -, in questo momento in cui l’Europa si interroga sulle politiche migratorie solo sotto la cifra dell’ordine pubblico, e si ingegna su come chiudere le frontiere, la Festa delle Genti dimostra ancora una volta che la comunità di Gesù, mossa dallo Spirito, può proporre invece percorsi di convivenza alternativi e possibili».