Al Centro diocesano di via Sant’Antonio incontro con padre Georgeon, che ha curato il processo dei Padri che saranno beatificati l’8 dicembre. Interviene il cardinale Angelo Scola

Padre Thomas Georgeon
Padre Thomas Georgeon

Lunedì 12 novembre, al Centro diocesano di Milano (via S. Antonio 5) alle 20.45, padre Thomas Georgeon, postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria, partecipa a un incontro dal titolo «Dare la vita cambia il mondo. Gli uomini nuovi d’Algeria». A promuovere l’iniziativa (a ingresso libero), l’Editrice Missionaria Italiana e il Centro Culturale di Milano, in collaborazione con la Fondazione Oasis. Interviene il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo emerito di Milano; coordina il giornalista Giorgio Paolucci.

A partire dal suo ultimo libro, «La nostra morte non ci appartiene». La storia dei 19 martiri d’Algeria (con Christophe Henning, Emi, prefazione di Enzo Bianchi, in libreria dall’8 novembre), padre Georgeon racconterà le vicende umane e spirituali di questi 19 «oscuri testimoni della speranza» – per citare l’affermazione di uno di essi, padre Christian de Chergé, priore del monastero di Tibhirine, luogo dello spirito reso celebre dal film Uomini di Dio – che saranno proclamati beati l’8 dicembre a Orano, in terra algerina, per decisione di papa Francesco.

Nell’incontro a Milano padre Georgeon illustrerà le scelte di vita di ciascuno e ciascuna martire durante gli anni della guerra civile, e ricostruirà il contesto biografico nel quale maturò la loro scelta personale di non lasciare l’Algeria durante il conflitto tra il terrorismo islamista e la repressione dell’esercito, che causò 150 mila morti tra il 1992 e il 2001. In particolare, cercherà di evidenziare più di ogni altra cosa la crescente insicurezza che, mese dopo mese, a partire dal primo duplice omicidio di religiosi cattolici ad Algeri – l’8 maggio 1994 fratel Henri Vergès e suor Paul-Hélène Saint-Raymond -, attanagliò la piccola comunità ecclesiale d’Algeria, composta di religiosi, missionari e missionarie, suore, vescovi.

In questa continua insicurezza i 19 martiri decisero consapevolmente di restare accanto al popolo algerino fino al prezzo della vita, in piena coerenza con l’affermazione di monsignor. Pierre Claverie, vescovo di Orano ucciso il 1° agosto 1996, secondo il quale «non siamo mossi da non so quale perversione masochista o suicida. Ma restiamo come al capezzale di un amico, di un fratello ammalato, in silenzio, stringendogli la mano». Scriveva ancora fratel Michel Fleury, monaco di Tibhirine, assassinato il 21 maggio 1996: «Se ci succedesse qualcosa, vogliamo viverlo qui, solidali con tutti gli algerini che hanno già pagato con la vita».

Il libro di Georgeon e Henning ricostruisce quindi in maniera avvincente e coinvolgente questa atmosfera drammatica, nella quale i beati d’Algeria fecero la scelta di restare fedeli alla vocazione cristiana in terra di missione.

Info: tel. 02. 86455162; segreteria@cmc.milano.it

 

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