Monsignor Giuseppe Scotti, segretario della Conferenza episcopale lombarda, illustra il senso della celebrazione con cui venerdì 26 maggio il Santuario verrà riconosciuto regionale
di Annamaria
Braccini
Venerdì 26 maggio, nel 591° anniversario dell’apparizione della Madonna alla beata Giannetta, il Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio sarà ufficialmente riconosciuto come Santuario regionale, con il solenne Pontificale presieduto alle 10.30 dall’Arcivescovo nella sua veste di Metropolita di Lombardia, concelebrato da tutti i Vescovi lombardi, e con lo svelamento di una targa attestante la grande importanza di questo splendido luogo di fede popolare (leggi qui). Prima della Messa, i Presuli, partendo in processione dal Centro di spiritualità, sosteranno al Sacro Fonte, dove sarà deposto un mazzo di fiori in omaggio alla Vergine. Con tutti i fedeli presenti, al termine della celebrazione, i Vescovi si sposteranno nel grande piazzale per la posa e la benedizione della targa.
A definire il senso dell’evento è monsignor Giuseppe Scotti, segretario della Conferenza Episcopale Lombarda e responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi: «È un modo per dire non solo che Caravaggio è centrale, anche logisticamente, per le Diocesi della regione, ma soprattutto è un gesto concreto che traduce ciò che leggiamo negli Atti degli Apostoli, dove con i discepoli, dopo l’Ascensione di Gesù, ci sono Maria, alcune donne e altri credenti, in attesa dello Spirito. Quindi, è il modo con cui la Chiesa lombarda vuol indicare che noi, insieme agli apostoli, ci troviamo con Maria e come credenti, perché stiamo chiedendo allo Spirito di aiutarci e di guidarci».
La data scelta è sicuramente significativa, essendo l’anniversario dell’apparizione, ma sarà anche il giorno immediatamente successivo alla chiusura dell’assemblea della Cei. Si può pensare a un ideale collegamento?
Esattamente. La Cei termina i suoi lavori e l’indomani, a Caravaggio, ci si ritrova per dire che cosa lo Spirito sta chiedendo alla Chiesa di oggi: una Chiesa sinodale che si mette in ascolto dello Spirito, che vuole lasciarsi guidare per entrare in un’epoca cambiata, nella quale bisogna essere capaci di testimoniare che il Vangelo è gioia e vita per questo tempo.
Nel prossimo futuro proprio la zona di Caravaggio verrà, con ogni probabilità, interessata dal posizionamento di un parco logistico molto esteso. Un Santuario riconosciuto in tutta la Lombardia può essere un segno che questa, anzitutto, è una terra di fede condivisa e di radicamento cristiano nei secoli?
Proclamare Caravaggio Santuario regionale vuole definire, nei fatti, quanto il Papa sta dicendo con la sua Enciclica Laudato si’. Dobbiamo imparare a coltivare e custodire la terra che il Signore ci ha affidato, non a cementificare. Anche l’invito rivolto alle autorità dal Metropolita e del Vescovo di Cremona, perché siano presenti, significa indicare che siamo solidali con la gente del territorio, vogliamo aiutare a ragionare sul futuro, ribadendo che la Chiesa si preoccupa del bene dell’uomo e vuole collaborare per il bene dell’uomo.
Per tutta la giornata del 26 maggio il complesso del Santuario rimarrà aperto anche per le visite al Sacro Speco e per la preghiera comunitaria del Rosario continuato. Alle 16.40 il Vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, presiederà la memoria dell’apparizione, con la lettura del messaggio della Vergine a Giannetta, l’aspersione dei fedeli e il canto dei secondi vespri. In serata, dalle 21, si svolgerà, infine, la processione aux flambeaux sotto i portici.
Il Pontificale delle 10.30 e la Memoria dell’apparizione saranno trasmessi in diretta streaming sui canali web e social della Diocesi di Cremona (sul sito diocesidicremona.it e sui profili Facebook e Youtube ufficiali) e in tv sull’emittente Cremona1, visibile sul canale 19 in tutta la Lombardia.