Questo l’ambito su cui si è concentrato l’impegno del Gruppo Barnaba decanale, coinvolgendo in un laboratorio diverse persone attive nel volontariato. Ne parla la moderatrice Esa Gallazzi
di Annamaria
Braccini
«Sono la moderatrice di un Gruppo Barnaba che si sta aprendo verso la costituzione dell’Assemblea sinodale decanale di Busto Arsizio, al momento composta da 12 persone, anche se a breve ne arriveranno altre». Si presenta così, con semplicità, Esa Gallazzi, medico ginecologa in pensione che racconta l’interessante esperienza di cammino sinodale in corso nel Decanato.
Vi siete concentrati sul tema della relazione di cura: perché questa scelta?
Già dall’anno pastorale precedente ci eravamo interrogati su alcune priorità del nostro territorio, ed era emersa l’attenzione verso la fragilità, le sofferenze, la solitudine. Poi, a settembre del 2022, il Comune ha organizzato la festa del volontariato «Cuori in piazza», in cui sono state presentate tutte le associazioni di settore del territorio. Ci siamo detti: «Se noi abbiamo notato questa necessità di accompagnamento, e tante sono le realtà che già sono attive su questo fronte, perché non fare in modo che le persone possano trovarsi insieme?». Così è nata la proposta «La relazione nella cura della persona sofferente» con uno stile di ascolto spirituale e di conversazione sinodale reciproca. A questo laboratorio iniziale hanno partecipato una settantina di persone, contattate in vari modi: in parte personalmente, in parte attraverso comunicazioni date durante le Messe. C’erano operatori sanitari, medici, ma anche persone semplicemente interessate alla tematica, ministri straordinari dell’Eucaristia, qualche malato e componenti dei Consigli pastorali Quindi, abbiamo individuato tre ambiti: chi si occupa più dell’accompagnamento nelle strutture (ospedali o Rsa), persone che seguono i malati e le famiglie a livello domiciliare e un terzo ambito legato al disagio psichico e sociale.
Il laboratorio, dunque, è stato un punto di partenza?
Sì. Abbiamo sviluppato un meccanismo di ascolto, di relazione e di rapporto nella preparazione che alla fine abbiamo restituito al Decanato in un incontro conclusivo, il 20 maggio scorso, al quale ha preso parte anche monsignor Agnesi.
Su questo ritenete di lavorare anche a settembre?
Questo lavoro tematico è concluso e sono emerse proposte molto concrete: da una parte, dare un volto nuovo alla commissione decanale di Pastorale della salute; dall’altra, suscitare una revisione della Pastorale della salute stessa.
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