Redazione
1. « Offrirono i doni…».
Con questo gesto i tre re magi dall’oriente portano a compimento lo scopo del loro viaggio. Esso li ha condotti per le vie di quelle terre verso le quali anche gli avvenimenti contemporanei spesso richiamano la nostra attenzione. La guida su queste vie per i tre re magi fu quella misteriosa stella «che avevano visto nel suo sorgere» (Mt 2,9), e che «li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino» (Mt 2,9). Proprio a questo bambino andarono quegli uomini insoliti, chiamati fuori dalla cerchia del popolo eletto verso le vie della storia di questo popolo.
La storia d’Israele aveva dato loro l’ordine di fermarsi a Gerusalemme e di porre – dinanzi a Erode – la domanda: «Dov’è il re dei Giudei che è nato»? (Mt 2,2). Infatti le vie della storia d’Israele erano state tracciate da Dio,e perciò era necessario cercarle nei libri dei profeti: di coloro cioè che a nome di Dio avevano parlato al popolo della sua particolare vocazione. E la vocazione del popolo dell’alleanza fu proprio colui al quale conduceva la via dei re magi dall’oriente.
Appena essi ebbero posto quella domanda dinanzi a Erode, egli non ebbe nessun dubbio di chi – e di quale re – si trattasse, perché, come leggiamo «riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia» (Mt 2,4).
Così dunque la via dei re magi conduce al messia, a colui che il Padre «ha consacrato e mandato nel mondo» (Gv 10,36). La loro via è anche la via dello Spirito. È soprattutto la via nello Spirito Santo. Percorrendo questa via – non tanto sulle strade delle regioni del medio oriente, quanto piuttosto attraverso i misteriosi cammini dell’anima – l’uomo è condotto dalla luce spirituale proveniente da Dio, raffigurata da quella stella, che seguivano i tre re magi.
I cammini dell’anima umana, che conducono verso Dio, fanno sì che l’uomo ritrovi in sé un tesoro interiore. Così leggiamo anche dei tre re magi, che giunti a Betlemme «aprirono i loro scrigni» (Mt 2,11). L’uomo prende coscienza di quali enormi doni di natura e di grazia Dio lo abbia colmato, ed allora nasce in lui il bisogno di offrirsi, di restituire a Dio ciò che ha ricevuto, di farne offerta come segno della elargizione divina. Questo dono assume una triplice forma – così come nelle mani dei tre re magi: «Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2,11).