Condivideranno le ultime ore del 2015 con i rifugiati, gli immigrati e le famiglie ospiti della Fondazione, arrivando così a conoscere le loro storie e la loro realtà. Silvia Landra: «Per loro questa è veramente una casa»

di Marta VALAGUSSA

Silvia Landra

Festeggiare il Capodanno in Casa della Carità consente sicuramente di cominciare il 2016 con uno sguardo diverso sulla realtà che ci circonda. La solidarietà e la vicinanza nei confronti dei più bisognosi garantiscono l’acquisizione della capacità di ringraziare e lodare per tutto ciò che di bello, di buono e di vero abbiamo ricevuto nell’anno che sta per concludersi. Ma dà anche speranza per l’anno nuovo, perché si possano evitare errori e fragilità che hanno reso il 2015 più triste e più doloroso. Tutto questo è possibile se si guarda negli occhi chi in questo momento sta chiedendo aiuto e ospitalità in Casa della Carità.

«Si tratta di 150 persone che al momento vivono qui -, racconta Silvia Landra, direttore della Casa della Carità e presidente diocesano di Azione Cattolica -. Nonostante il numero elevato di ospiti, questa è veramente una casa. E il Capodanno vissuto qui è un momento di famiglia vero e proprio. Lo dimostra anche la presenza di molti amici, che sono stati nostri ospiti in passato, e che ora, pur vivendo fuori, decidono di ritornare qui per trascorrere le feste insieme, dal Natale fino all’Epifania. Perché sentono questo luogo come una casa”.

C’è davvero un popolo che vive in Casa della Carità: giovani, adulti, bambini con le proprie mamme. Molti di questi vengono dal Nord Africa e stanno facendo percorsi di inserimento lavorativo e di regolarizzazione di permessi di soggiorno. «Una buona percentuale di loro ha già trovato un’occupazione – prosegue Silvia Landra -. Tanti nostri ospiti però hanno lo status di rifugiato politico e problematiche mediche che stiamo cercando di affrontare insieme».

Molti sono i nuclei familiari, composti per lo più da mamme con i loro bambini. Tutti gli ospiti della Casa della Carità sono accomunati dal non avere una casa: tra questi, diversi italiani che hanno percorsi carcerari alle spalle, oppure sono stati oggetto di sfratto.

Di fronte a un gruppo di persone così bisognose e desiderose di ascolto, i giovani di Azione Cattolica hanno deciso di trascorrere le ultime ore del 2015 con loro. I giovani si ritrovano nel pomeriggio del 31 dicembre, alle 17 presso San Giorgio (piazza San Giorgio 2 a Milano), per un momento di preghiera e di condivisione con i giovani che hanno appena concluso l’esperienza del Capodanno solidale in stile 3P. Si prepara la serata e si cena con gli ospiti della Casa della Carità. In attesa della mezzanotte ogni giovane ha la possibilità di conoscere meglio tutti i presenti, ascoltare le loro storie e comprendere le ragioni delle loro scelte di vita.

 Gli ospiti sono persone fondamentalmente rinnegate, allontanate ed emarginate soprattutto dagli affetti più cari. Forse è davvero indescrivibile la gioia che proveranno nel trovare accoglienza e ascolto da parte dei giovani di Azione Cattolica, che non hanno altro motivo per essere lì se non la solidarietà.

Il pernottamento per tutti i giovani è previsto presso il Centro Pastorale di Seveso, dove insieme all’altro gruppo di ragazzi, si celebrerà la Santa Messa di inizio anno che concluderà l’esperienza vissuta. Sia i giovani del Capodanno solidale in stile 3P sia il gruppo di Casa della Carità avranno sicuramente modo di raccontarsi a vicenda storie, persone, sguardi, vicende che hanno toccato il loro cuore, e che non li farà certo tornare a casa nello stesso modo in cui sono partiti. La carità cambia soprattutto le persone che la praticano e che la offrono gratuitamente, senza pretendere nulla in cambio. Giovani con un cuore nuovo, con gli occhi spalancati e con il cuore pronto a vivere con misericordia e solidarietà il 2016 che ormai è alle porte: questi sono i giovani di Azione Cattolica.

 

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