«Quello che vi rende importanti, belli, preziosi è che voi siete capaci di amare!»: così scrive monsignor Delpini a Sofia e Leonardo, due ragazzi immaginari, nella Lettera nella quale propone alcuni «compagni di viaggio» per questa stagione della loro vita. Ne pubblichiamo un estratto
di monsignor Mario
DELPINI
Arcivescovo di Milano
Ciao Sofia, ciao Leonardo,
in questi mesi vi ho pensato spesso. Non ci conosciamo personalmente, ma ho sentito parlare di voi. Di come la vostra vita sia stata un po’ stravolta, di come avete saputo resistere e ripartire. Vorrei davvero conoscervi. Così ho pensato di rompere il ghiaccio e di scrivervi.
Alla vostra età nessuno sa bene se è “chiaro” o “scuro”, se è buono o cattivo, se è amabile o insignificante per gli altri.
Non so se sia vero, ma spesso mi dicono che un atteggiamento tipico degli adolescenti è quello di non piacersi, di non essere contenti di sé. Non so, forse voi potreste anche smentire, ma questa cosa del non essere contenti di sé è come una malattia.
E io vorrei dirvi che non è la verità. Ciascuno di voi è prezioso.
Un giorno, un tale andò da Gesù con cinque pani e due pesci. Aveva davanti a sé una folla affamata di più di cinquemila persone. E lui non aveva niente per risolvere quel problema. Ma si è fidato di Gesù che aveva detto: «Basta il poco, per molti!».
Anch’io voglio dirvi: non dovete sottovalutarvi! Voi non siete perfetti… Voi non avete tutte le doti possibili… Ma quello che avete, questi cinque pani, basterà per i cinquemila! Quel che hai, Sofia, quel che hai, Leonardo… basterà! Perché ciò che rende preziosa la tua vita non sono le doti che hai, ma le ragioni per cui le spendi.
Cioè, quello che vi rende adatti alla vita non è essere intelligenti, essere dei “mister simpatia”, essere la più bella del paese, essere il più bravo della classe, essere… essere… essere… Non è questo che vi rende importanti e preziosi…
Quello che vi rende importanti, belli, preziosi è che voi siete capaci di amare!
Quello che capita è questo: ci si guarda allo specchio e non ci si piace. Sembra di non essere mai abbastanza belli, abbastanza alti, capaci di amare, abbastanza interessanti. Ci si sente troppo piccoli, troppo grassi, troppo sgraziati. Troppo insufficienti, in matematica… come nell’arte di vivere. Non è solo questione di immagine. È anche questione di capacità, di prestazioni, di carattere, di rapporti familiari, di risultati scolastici.
«Ma io valgo qualche cosa? Sono adatto alla vita? Ci sarà qualcuno che mi vorrà bene? Sono all’altezza delle aspettative dei miei genitori o dei miei amici?».
L’età che state vivendo viene definita in tanti modi, più o meno belli e azzeccati: l’età dell’indefinito, dell’incompiuto, dell’incertezza. A volte assomiglia a un deserto da attraversare o a un ripido sentiero di montagna da scalare.
«Arriverò da qualche parte? C’è una terra promessa per cui vale la pena di fare tanta fatica? Quasi quasi mi fermo qui dove sono arrivato…».
Tra nostalgie, slanci in avanti, soste divertenti o insoddisfacenti, propositi coraggiosi, desideri ambivalenti o mediocri, i giorni dell’adolescenza sono, in sostanza, la ricerca di compagni di viaggio con cui andare avanti.
Ecco perché vi scrivo questa lettera: per proporvi compagni di viaggio per il tempo dell’adolescenza.