L’artista Raouf Gharbia utilizza rami e frammenti trasportati a riva dal Lario per guidarci a riflettere sulla sostenibilità e sulla transizione ecologica. Rassegna allestita alla Galleria “La Nassa”
Cosa c’è dietro un ramo portato dal lago sulla sponda? Che cosa ci può raccontare un frammento di legno approdato a riva? La mostra «Legno firmato dal lago» dell’artista Raouf Gharbia cerca di rispondere a queste domande utilizzando il linguaggio dell’arte. La mostra, fino al 3 ottobre presso la Galleria “La Nassa” di Lecco, vede la partecipazione della Cartiera dell’Adda, Legambiente e del gruppo “Pace e Creato”.
La bellezza dei rami portati a riva dal nostro lago è degna di un grande scultore che agisce con estrema maestria e immensa creatività, ma l’estetica è solo una chiave di lettura superficiale poiché, oltre a incantare la vista, questi rami sono capaci anche di parlarci della sostenibilità, del riscaldamento globale e della transizione ecologica.
Un ramo può raccontare la qualità dell’aria, il sapore delle piogge e i colori dei tramonti. Potrà raccontarci delle polveri sottili che l’hanno intossicato, della plastica che l’ha assediato, dell’aumento dei gas serra e del riscaldamento globale.
Se solo sapessimo imparare ci potrebbe indicare l’unica via di salvezza: la transizione ecologica. Senza perdere altro tempo, senza indugi: ora! Anzi, è già tardi. Un ramo che ha vagato tra le sponde del lago di Como spinto dall’Adda e dalle sue correnti ci parla, ci interroga e ci interpella. Tendiamo l’orecchio. Affiniamo l’udito. Ascoltiamolo.