Il bilancio della storica visita apre la puntata di “Viaggio nella Chiesa di Francesco” con Rai Vaticano, in onda alle 24.15
Le frontiere di papa Francesco riaperte con lo storico viaggio in Iraq che all’insegna della fraternità ha riportato al centro dell’attenzione internazionale non solo una terra martire, ma anche i precari equilibri geopolitici che muovono il mondo afflitto dalla pandemia. Nel programma di Rai Vaticano “Viaggio nella Chiesa di Francesco”, in onda su Rai 1 domenica 28 marzo alle 24.15 e in replica su Rai Storia domenica 4 aprile alle 12.30 e, per l’estero sui canali di Rai Italia, il bilancio del viaggio con la testimonianza di Stefania Falasca, inviata di Avvenire in Iraq, e del cardinale Ayuso, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. Sul significato della cittadinanza universale – partendo dalla civiltà romana, fortemente inclusiva – parla il professor Antonio Palma, giurista, accademico e oggi presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Un viaggio nelle nuove povertà con le porte aperte dell’associazionismo cattolico a Roma. Le richieste al governo per la lotta alle disuguaglianze, gli incentivi per il lavoro con il nuovo presidente del Movimento Cristiano Lavoratori Antonio Di Matteo. Infine, l’Anno della Famiglia voluto da Papa Francesco con Marina Casini, Presidente del Movimento per la Vita.
Iraq, appunti di fraternità
La cronaca del viaggio affidata a Stefania Falasca, giornalista, al seguito del Papa nella terra di Abramo. «Uno dei luoghi più significativi e salienti di questo viaggio in Iraq di Papa Francesco è quello che da Baghdad ci ha portato alla piana di Ur a sud di 160 km. C’era solo il vento – dice la vaticanista di Avvenire – e il Papa ha scelto questo luogo nel deserto perché lì è nata la civiltà, la cultura antichissima dell’umanità e dove Dio ha parlato all’uomo». Nel programma anche l’intervista al cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso: «Il senso della fratellanza è stato il filo conduttore e il retroscena di tutto ciò che è accaduto – dice Ayuso – un bilancio molto positivo e di grande soddisfazione spirituale. Ho percepito la gioia di Papa Francesco così come di tutte le persone che abbiamo incontrato e che ci hanno ricevuto con grande famigliarità e grande accoglienza».
Cittadinanza e inclusione
A partire da un saggio storico, il professor Antonio Palma giurista, accademico e oggi presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, affronta il tema della cittadinanza e dell’inclusione. «Roma antica seppe mettere insieme identità di origine e identità di destino – dice Palma – e nel nostro mondo attraversato da conflitti bisogna liberarsi degli egoismi nazionalistici e recuperare una prospettiva storica, cosmopolitica che può essere un parametro per dirigere le nostre azioni».
Nuove povertà
E ancora, un viaggio nelle nuove povertà. Tre realtà romane in prima linea nella sussidiarietà quotidiana. Centro Astalli: «Abbiamo dato in questo periodo circa 200-250 pasti al giorno e abbiamo anche assistito tante persone che erano già integrate – dice a Rai Vaticano padre Camillo Ripamonti – ma che sono ritornate a chiedere pacchi alimentari e sostegni perché hanno perso il lavoro e quella integrazione che si era avviata piano piano è ritornata indietro». Renato Marinaro, responsabile Area Nazionale Promozione Caritas: «L’incidenza dei nuovi poveri è passata al 45%, cioè persone che per la prima volta si sono presentati ai centri di ascolto. Prima della pandemia erano pochi più del 30% e questo dà un’idea di come sia aumentata l’incidenza della povertà». Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio: «Abbiamo visto avanzare il bisogno di quelli che sono stati definiti i penultimi cioè persone che avevano lavori precari o che avevano un lavoro ma che non era stabile e che lo hanno perso durante questa pandemia». E per il lavoro che manca e quali strategie di incentivi e sostegno, il Movimento Cristiano dei Lavoratori ha avanzato le sue proposte al nuovo premier Draghi: «Europa e Mediterraneo, scambi di culture e relazioni economiche – dice Antonio Di Matteo Presidente del Movimento -. L’Italia è al centro di quest’area, deve recuperare il suo ruolo che è da protagonista». E grande attenzione al sud, al mezzogiorno: «Noi abbiamo ideato una scuola di formazione – dice il vicepresidente Mcl Michele Cutolo -, in collaborazione con la Federico II di Napoli dove i ragazzi provenienti da tutto il sud si impegnano a studiare la dottrina sociale della Chiesa come disciplina fondamentale».
L’anno della Famiglia
Infine, nella puntata, contro la cultura dello scarto Papa Francesco ha indetto, dal 19 marzo, festa di san Giuseppe, l’anno della Famiglia, tenendo come mappa Amoris Laetitia. Come ci racconta Marina Casini, succeduta al padre mancato un anno fa alla presidenza del Movimento per la Vita italiano, è partito un progetto, il tavolo AL5, per aiutare la Cei a incontrare e a far fermentare tutte le realtà associative italiane che si occupano di famiglia e vita.