Una mostra-mercato dei quadri di Pier Luca Bencini, ideata in collaborazione con le suore trappiste di Valserena, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla popolazione martoriata di Aleppo. Inaugurazione mercoledì 10 ottobre, alle ore 18.30, alla presenza di mons. Giuseppe Nazzaro, già Vicario Apostolico di Aleppo.

Bencini Siria

È una mostra diversa dal solito, quella intitolata Tra Terra e Cielo, che si inaugura a Milano mercoledì 10 ottobre, alle ore 18.30, presso lo spazio espositivo PwC di via Monterosa, 91. Perché i quadri dipinti da Pier Luca Bencini sono destinati ad una raccolta fondi per sostenere le vittime della guerra in Siria.

Un’iniziativa nata dall’incontro dell’artista, stimato dermatologo con la vocazione per la pittura, e le suore trappiste della comunità di Valserena (Pisa), che animano un piccolo monastero proprio in terra siriana, nel villaggio maronita di Azeir, non lontano dal confine libanese: un centro di spiritualità che pur essendo ancora in costruzione è già diventato un punto di riferimento per la popolazione, sia cristiana sia musulmana.

L’intero ricavato di questa mostra benefica (24 sono le tele in vendita), verrà consegnato, tramite le monache stesse di Azeir, alla chiesa di Aleppo, nella persona dell’ex Vicario Apostolico, monsignor Giuseppe Nazzaro (che sarà presente all’inaugurazione dell’evento), affinché gli aiuti siano realmente distribuiti alle vittime di questa atrocità e non si disperdano in mille rivoli.

«Questa mostra racconta di paesaggi, di orizzonti, ma riguarda in realtà il cuore dell’uomo, perché è lì, dove poniamo il nostro orizzonte (tra cielo e terra, appunto) che risiede il termine ed il significato del nostro desiderare – spiega l’artista stesso -. Lì si gioca il senso ultimo che ogni uomo dà a se stesso e ne rappresenta in qualchemodo la consistenza. Credo che questo desiderio del cuore che chiamo orizzonte, sia lo stesso per ogni uomo (perché identico è il desiderio dell’uomo che la sua umanità si realizzi nella pienezza) e ci chiede drammaticamente ed inesorabilmente di venire con onestà ascoltato, rispettato ed accolto nella sua interezza. Solo così, ne sono convinto, potremmo cominciare a costruire una società a misura d’uomo, di ogni uomo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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