Sabato 2 domenica 3 marzo sarà la Giornata nazionale dei Musei ecclesiastici, un mondo che conta oltre mille realtà: per festeggiarla insieme, gli spazi espositivi saranno aperti gratuitamente al pubblico. E per l'Anno della fede e nei 1700 anni dell'Editto di Milano, tante iniziative in tutte le diocesi.
di Silvio MENGOTTO
Sono più di mille i musei ecclesiastici in Italia invisibili, quasi clandestini, che custodiscono preziose opere artistiche sconosciute. Musei ricchissimi per patrimonio e per attività ospitati in luoghi e monumenti tra i più belli delle città italiane.
L’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI), nata nel 1996 con lo scopo di valorizzare i musei religiosi delle comunità cristiane e della società, ha tenuto una conferenza stampa, giovedì 21 febbraio, al Museo Diocesano di Milano per presentare le “Giornate dei Musei ecclesiastici”. Tra i relatori il presidente AMEI mons. Giancarlo Santi, mons. Stefano Russo della CEI, il sottosegretario ministero per i Beni e le Attività culturali Roberto Cecchi, Paolo Biscottini direttore del Museo Diocesano di Milano e Domenica Primerano vicedirettrice del Museo Diocesano Tridentino.
Dal 1996 l’AMEI ha organizzato cinque convegni nazionali con scadenza biennale. Nell’ultimo convegno di Susa è stato presentato una ricerca e il testo “Musei Religiosi in Italia” pubblicato dal Touring Club Italiano, che censisce il patrimonio museale ecclesiastico mettendolo in relazione, con la realtà territoriale. La ricerca evidenzia che in Italia esistono 994 musei religiosi, di cui 878 di proprietà ecclesiastica e 116 di proprietà non ecclesiastica. Confrontando i dati rilevati nel 1997, che contavano 781 musei religiosi, risulta evidente il forte incremento nel settore. Quando si parla di musei d’arte sacra scatta l’immagine di luoghi polverosi e inaccessibili. «Spesso un tenace pregiudizio – dice mons. Giancarlo Santi – impedisce al potenziale visitatore di oltrepassare la soglia di un museo religioso che, di per sé, non è né un’aula di catechesi, né un luogo liturgico o di scuola teologica».
Nonostante il loro rilevante numero di fatto i musei religiosi sono una realtà sconosciuta e invisibile al grande pubblico. Il loro punto di forza risiede nella loro «memoria stabile» che da senso al luogo stesso in cui si trova: antichi complessi monumentali di valore storico-architettonico, chiese, sacrestie, palazzi episcopali, chiostri, cappelle, matronei, oratori, canoniche, monasteri e seminari.
L’AMEI da tempo sente la necessità di mettere in rete questi preziosi patrimoni per farli conoscere al vasto pubblico. Sente la necessità di creare rapporti di conoscenza per dar vita a una rete di musei ecclesiastici articolata a livello regionale e nazionale.
Le iniziative
Per il 2 e 3 marzo in tutta Italia l’AMEI aprirà gratuitamente le porte di 200 musei ecclesiastici in una due giorni di visite guidate, incontri e musica. I musei aderenti e le iniziative programmate si possono trovare sul sito dell’Associazione: www.amei.biz. Molti musei hanno aderito al primo Progetto di rete intorno a un tema scelto a livello nazionale quale l’anniversario dell’Editto di Costantino.
Sono più di 70 i musei ecclesiastici italiani, dalla Valle D’Aosta fino alla Sicilia, che hanno aderito al progetto proponendo iniziative diversamente articolate, che si svolgeranno sino al dicembre 2013. In particolare si segnala la mostra “313 d.C. l’editto della tolleranza e il cristianesimo imperiale”, organizzata dal Museo Diocesano di Milano. L’evento sta suscitando un forte interesse del pubblico e tra i mass media. L’AMEI ha proposto ai musei ecclesiastici associati di aderire alle celebrazioni costantiniane sviluppando i seguenti temi: l’epoca costantiniana e le relative testimonianze nella propria istituzione e/o diocesi; la nascita del cristianesimo nelle diverse aree di competenza: dalla persecuzione alla tolleranza religiosa, documenti e monumenti; Elena e le reliquie della vera croce; il signum crucis e le sue declinazioni, tra passato e contemporaneità e tolleranza e dialogo interculturale e interreligioso.