Appuntamenti musicali al femminile, ma non solo, al Museo Bagatti Valsecchi di Milano, dove protagonisti sono il clavicembalo e i consigli pedagogici della marchesa De Lambert.
di Giovanni GUZZI
Anne-Thérèse de Marguenat de Courcelles (1647 – 12 luglio 1733), divenuta col matrimonio Madame de Lambert, Marchesa di Saint-Bris, e generalmente conosciuta come Marchesa de Lambert, è una delle più interessanti figure femminili del panorama culturale di Francia della sua epoca: l’epoca del “salotto”! Qui da intendersi non nell’attuale accezione negativa di luogo del pettegolezzo (oggi trasferito in televisione) ma nel senso positivo di ambito domestico in cui l’arte della discussione e del confronto assume una funzione educativa.
Rimasta vedova dopo vent’anni di matrimonio, M.me De Lambert cresce i figli con zelo e, per quanto premesso, non sorprende che a loro dedichi due opere pedagogico- educative: Consigli di una madre a suo figlio (1726) e Consigli di una madre a sua figlia (1728).
Un’altra sua significativa opera, anch’essa della sua maturità e che intercala le due citate, è Réflexions nouvelles sur les femmes, ou Métaphysique d’amour, del 1727. Ancora inedita in Italia, è stata tradotta da Francesca Sgorbati Bosi che ne ha letti alcuni passaggi scelti come filo conduttore di uno splendido pomeriggio proposto dall’associazione Omaggio al Clavicembalo nell’ambito della sua stagione autunnale che, per il secondo anno consecutivo, è ospitata dal Museo Bagatti Valsecchi di Milano (via del Gesù 5, accesso al concerto compreso nel biglietto d’ingresso al Museo, 8 euro).
«In temperantia sanitas: sentimenti e virtù delle donne tra musica e lettere nella Francia del ‘700», questo il titolo programmatico del recital che, come ha spiegato la clavicembalista Daniela Fontana, è stato ispirato, e mutuato, proprio dalla corrispondente iscrizione latina presente sullo stipite di una porta dell’austera sala da pranzo della Casa Museo milanese.
La temperanza, una delle quattro virtù cardinali, ha dunque offerto lo spunto per una giocosa ricerca letterario musicale sulle virtù ed i sentimenti dalla quale è risultato un programma in cui ad alcuni passaggi sigificativi delle “Riflessioni sulle donne” della Marchesa de Lambert sono stati abbinati brani musicali di autori a lei contemporanei, come François Couperin (1668-1733) e Jean Philippe Rameau (1683-1761), dagli espliciti titoli programmatici e descrittivi, in un connubio di grande forza nell’evocare in modo coerente le argomentazioni positivamente moraleggianti e dal quale la musica ha visto potenziata la sua intrinseca valenza di messaggera di emozioni.
Fedele al suo intento fondativo di valorizzare la letteratura clavicembalistica, l’associazione “Omaggio al Clavicembalo” (formalmente costituita nel 2008 ma attiva a Milano dal 1980 e della quale è doveroso ricordare l’esecuzione dell’opera omnia di Bach e Domenico Scarlatti per questo strumento) ancora una volta ha raggiunto l’obiettivo creando un legame, attraverso la bellezza, con altre arti, in questa occasione intrecciando la musica con la letteratura nel contesto di un museo come il Bagatti Valsecchi, fra i più adeguati a questo genere di iniziative per l’intimità dell’atmosfera che vi si respira.
E così, raccolto e discreto attorno al clavicembalo, nella sala rossa di velluti, il pubblico ha potuto assistere al dipanarsi della narrazione di Anne Thérèse: avviata dalle Idee, che l’hanno «portata più lontano di quanto poteva né voleva», sulle note delle “Idee felici” di Couperin e delle sue “Grazie Naturali”, in cui l’effetto strumentale del pizzicato del liuto evocava la «sensibilità per il gusto che le donne hanno ricevuto dalla natura»; portata a sfiorare la Metafisica dell’Amore – «le donne sono dominate dalla sensibilità e portate dall’amore a separare la passione dal vizio, metta in pratica chi potrà!» – dalla “Gavotta e sei variazioni” di Rameau: leggere come increspature di onde sulle trasparenze fra la battigia e le scogliere di una marina adriatica; elogiativa della Pudicizia – «baluardo dei costumi, dà ai favori il giusto valore perché ciò che si nasconde agli occhi è reso più attraente dalla generosità dell’immaginazione» – in abbinamento con la “Civetteria” di Couperin, severo nell’ammonire, con i cromatismi delle “Barricate misteriose” chi «non vuole mettere il velo neppure ai propri difetti»; sferzante il Lusso sfrenato e la «ricerca delle case in cui regna il vergognoso padrone che onorate» con le scale ascendenti e discendenti che si infrangono al centro della tastiera nei “Turbini” di Rameau; voluttuosa descrittrice del Piacere dei sensi – «destiniamo le donne solo a piacere, a spettacolo ai nostri occhi» – ed elogiativa dell’Amore trascinante che “conduce alla virtù”, rispettivamente nei pizzicati dell’“Incantatrice” e nell’alternanza dinamica di pianissimi e fortissimi della “Vivace” di Couperin, fino ad arrivare all’apoteosi della Gioia con i trilli in eco della “Gioiosa” di Rameau: «la gioia dell’anima è quando il vostro cuore è toccato e siete sicura di essere amata, allora associate virtù e felicità».
Un salotto, quello di M.me de Lambert, che sarebbe auspicabile anche per i nostri tempi.