Alle ore 21, presso l'Auditorium Ca' Granda, avrà luogo la presentazione del libro promosso dal centro Culturale di Milano. Sarannp presenti, fra gli altri, Luca Doninelli, Pietro Colaprico, Giacomo Poretti.
Quando diciamo «pane» oggi non intendiamo più la vecchia michetta. […] Alla domanda «dacci oggi il nostro pane quotidiano» lo stesso Dio sarà costretto a chiedere: «Sì, ma che tipo di pane?».(da Michetta addio di Luca Doninelli). La risposta è contenuta in questo secondo volume de Le nuove meraviglie di Milano, un progetto del Centro Culturale di Milano, una sfida narrativa di Luca Doninelli.
In un processo di globalizzazione che porta alla moltiplicazione indefinita della domanda e dell’offerta, dalla varietà dell’assortimento di pani (a Milano se ne vendono 100 diversi tipi), all’individualizzazione dei percorsi urbani, dalla definizione della città stessa come non-luogo ad un’omologazione che alla lunga renderà tutte le città uguali tra loro, chiamiamo grande la città che dal proprio seno sa trarre gli anticorpi a questo processo polverizzante, producendo controtendenze, percorsi di segno contrario.
Dopo il successo di Milano è una cozza, ecco un nuovo tassello del progetto del CMC e di Luca Doninelli (direttore artistico del CMC). Nuovi racconti di Etnografia narrativa, testi selezionati tra gli scritti degli studenti dei corsi tenuti da Luca Doninelli presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e tra i partecipanti alla Scuola di Scrittura Flannery O’Connor: uomini e donne, giovani e professionisti che hanno raccolto la sfida.
Questo nuovo volume racconta di persone, di luoghi e di confini, del groviglio di problemi e di interessi che attraversano il nostro mondo. Ma secondo quali parametri si può definire «grande» una città? La grandezza di una città è molto più che un fatto di numeri. Vale forse la pena tornare al vecchio appellativo di «metropoli», ossia: città madre. Detta altrimenti: una città che lascia un segno indelebile sui propri figli. Un segno di originalità, di somiglianza, di incancellabile comunanza genetica, antropologica e culturale.
E dunque: cosa distingue una città madre, ossia una grande città, da tutte le altre città?
Quando diciamo «pane» oggi non intendiamo più la vecchia michetta. Abbiamo infatti la baguette francese, la baguette francese antica, la baguette integrale, quella alle noci, noci e olive, olive; abbiamo poi il pane ai cinque cereali, quello ai sei cereali, il pane di soia, mais, mais e soia, integrale, integrale d’avena, ai dieci cereali, al sesamo, al papavero, al kamut, alle patate, patate e soia. […] Ma Milano continua a vivere. Perché Milano ha un segreto. […] la sua capacità – misconosciuta dalla cultura tutta e da gran parte della politica – di aggregare là dove sembrerebbe vincere la disgregazione, di mescolare dove sembrerebbe dominare l’individualismo cieco e sordo. Grazie perciò ai suoi bar tabacchi, ai suoi mercatini, alle bocciofile gestite dagli anziani, e grazie ancora all’Opera San Francesco, a Fratel Ettore, alle suore del Nocetum, alle Francescane di via Ponzio, alle piccole società sportive, alle lotterie parrocchiali, alle mamme sposate e alle ragazze madri, e ai panettieri cristiani e musulmani e cinesi che, in barba a tutti gli addii, continuano a produrre ottime michette. (da Michetta addio di Luca Doninelli)
Tra lo slogan della città infinita, la prosopopea del centro storico e l’equivoco della capitale padana, Milano non sa più di chi essere riferimento. […] Per capire Milano, perciò, bisogna ripartire dal basso, con un processo che non sale verso l’alto di vertici sempre meno rappresentativi; ma si addentra orizzontalmente nei gangli di una rete urbana fatta di volontà, desideri, passioni, interessi alla quale danno voce una miriade di iniziative, personaggi, associazioni, spesso tutt’altro che animati dalla logica riduttiva della difesa del proprio particolare.(dalla prefazione di Salvatore Carrubba)
Ingresso gratuito, INFO e prenotazioni: tel.02.86455162 – segreteria@cmc.milano.it