Presentata alla Fondazione Ambrosianeum la ricerca sullo stato di conservazione dell’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano: le prospettive sono molto buone.

Cenacolo Leonardo

Non solo la buona notizia dell’abbattimento del PM10 tra il 90 e il 95% all’interno della sala del Cenacolo. La ricerca sullo stato di conservazione del capolavoro di Leonardo, commissionata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano e presentata martedì scorso 13 dicembre in Ambrosianeum da Costantinos Sioutas, è riuscita a dimostrare molto di più.

I ricercatori della University of Southern California di Los Angeles, insieme ai colleghi della Cornell University di New York, della University of Wisconsin di Madison e del Laboratorio di ricerca ambientale SIMG di  Milano, hanno realizzato una speciazione del PM2.5 e PM2.5-10, dentro e fuori il Refettorio di Santa Maria delle Grazie, mai attuata prima d’oggi. Sono cioè riusciti a scomporre e analizzare più di 20 elementi contenuti nel particolato solido, dimostrando così che anche quel poco PM che riesce a filtrare nel Cenacolo è molto meno aggressivo di quello che si trova all’esterno: il Carbonio Elementare, ad esempio, responsabile dell’annerimento dei dipinti, nella sala del Cenacolo  resta a valori minimi (tra 0 e 50 ng/m3) indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne, mentre all’esterno, negli stessi giorni, lo stesso elemento oscilla tra 1000 e più di 8000 ng/m3, a seconda della presenza o assenza del vento e di altri agenti atmosferici, e gli idrocarburi policiclici aromatici, prodotti principalmente dal traffico e corrosivi, oltre che cancerogeni, sono pressoché assenti nel particolato fine all’interno della sala.

«Queste notizie – ha commentato Alberto Artioli, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano – ci confortano sia in merito allo stato di salute dell’opera, sia alla possibilità di aumentare le visite, così da accontentare più visitatori. Anche se non vogliamo snaturare il sistema dei piccoli gruppi, che consente di godere, per un quarto d’ora, una relazione privilegiata con questa straordinaria opera d’arte».

In allegato, le slides della ricerca presentata durante il convegno milanese.

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